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Milan, l'impresa dell'ad Furlani: con sei colpi ha cambiato la sua storia

Federico Strumolo
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Dove sono finiti tutti quei tifosi rossoneri che solo poche settimane fa gridavano alla ribellione contro la gestione del Milan? Nel calcio basta poco per riconquistare la piazza e ribaltare il giudizio popolare. Tra giugno e luglio, dopotutto, pare sia cambiato il mondo per il Diavolo: prima la rabbia generale, per il saluto al calcio della leggenda Zlatan Ibrahimovic, l’esonero dell’ex direttore dell’area tecnica milanista Paolo Maldini e la cessione dell’idolo dei tifosi Sandro Tonali, considerato- con i suoi 23 anni- il capitano del futuro, oggi l’esaltazione per un calciomercato che regala botti uno dopo l’altro.

E, allora, il numero uno di RedBird Gerry Cardinale non è più il lupo cattivo, l’amministratore delegato Giorgio Furlani, da sempre uomo fidato della precedente proprietà rossonera targata Elliott, si trasforma nel dirigente dei sogni.

Sarà per quella capacità di portare a termine le trattative in poco tempo (a differenza delle lunghe telenovele che si scatenavano con Maldini al timone), caratteristica che appartiene ai più bravi, o per l’inglese perfetto a dare quell’immagine di internazionalità, merito dei tanti anni all’estero, tra un master in Business Administration conseguito a Harvard e gli anni da analista alla Lehman Brothers e, in seguito, come portfolio manager proprio di Elliott, ma Furlani, appunto, in pochissimo tempo è diventato un idolo di quei tifosi che prima lo vedevano come un impostore, come l’uomo dietro l’allontanamento dello storico capitano rossonero Maldini.

 

SACRIFICIO PER INVESTIRE
Per riprendersi i tifosi, insomma, il club ha seguito il “metodo Furlani”. Con la precedente gestione un giocatore come Tonali non avrebbe avuto prezzo, perché considerato un simbolo per i compagni e per i tifosi, con Furlani alla guida, invece, la storia cambia. Tonali, o chi per lui, non è più incedibile, perché dai 75 milioni di euro incassati dalla sua cessione si allunga il centrocampo senza abbassare la qualità, acquistando Tijjani Reijnders (24 anni) dall’Az Alkmaar per 19 milioni e Ruben Loftus-Cheek (27) dal Chelsea per 16 milioni, e si investe il resto del tesoretto per aumentare il potenziale offensivo, regalando al tecnico Stefano Pioli Christian Pulisic (24), anche lui dal Chelsea per 20 milioni, e Noah Okafor (23), dal Salisburgo per 14 milioni.

Il tutto, ad aggiungersi agli arrivi a parametro zero del nuovo secondo portiere Marco Sportiello (31) e del talento argentino Luka Romero (18), nel giro di meno di un mese (la prima ufficialità, dell’acquisto di Loftus-Cheek, è arrivata il 30 giugno). Investimenti rapidi e mirati, sotto l’occhio del responsabile dell’area scouting Geoffrey Moncada, per garantire al tecnico una rosa lunga e competitiva, ridando l’entusiasmo a una piazza che rischiava di cadere in depressione, con tutto ciò che ne consegue.

La ciliegina sulla torta al lavoro del Milan, tra l’altro, potrebbe arrivare nelle prossime ore, considerando che mancano solo alcuni dettagli prima che il settimo acquisto, l’ala offensiva Samuel Chukwueze (24), viaggi verso l’Italia: l’intesa con il Villarreal è stata trovata per 20 milioni più bonus.

 

ROSA DA SFOLTIRE
Il prossimo passo, dunque, sarà sfoltire la rosa, ma le capacità da venditore di Furlani si sono già evidenziate con la cessione, si diceva, di Tonali. Sia chiaro, il responso definitivo sull’operato della dirigenza milanista lo darà solamente il campo ed è doveroso ricordare che l’ultimo mercato tanto scoppiettante del Milan era andato in scena nell’estate del 2017, sotto la gestione della coppia composta da Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli. In quell’occasione, però, la stagione si concretizzò con un clamoroso fallimento, questa volta i tifosi milanisti sperano in un esito diverso e, guardando al mercato, non mancano i motivi per sognare.

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