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Paolo Bonolis, Lukaku alla Juventus? "Da chi viene manipolato"

Roberto Tortora
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L’estate è dura per i tifosi interisti, costretti a veder partire in un solo blocco leaders tecnici della squadra come Onana, Skriniar, D’Ambrosio, Brozovic, Dzeko e… Lukaku. L’ultimo, il più discusso, quello che ha spezzato il cuore di tutti, flirtando prima con la Juventus e poi tornando ad allenarsi con il Chelsea e abbandonando definitivamente la Beneamata. La Curva Nord ha pubblicato un coro contro il belga, definito traditore e vile mercenario. E anche tra i tifosi nerazzurri del mondo dello spettacolo c’è chi ci è rimasto particolarmente male, come Paolo Bonolis, storico conduttore di Avanti un altro! e Ciao Darwin.

 

 

 

Queste le parole del conduttore: "Lukaku? Ha fatto molto bene l'Inter ad interrompere ogni discorso, a mio avviso, data la situazione. Con i soldi risparmiati dal suo mancato acquisto sarà possibile rinnovare il reparto ed i giocatori per sostituirlo non mancano. Questo succede quando una persona viene manipolata da chi ne gestisce gli interessi. Ora siamo arrivati all'assurdo – spiega Bonolis - ha stancato perché parliamo di un giocatore che prima è scappato dal Manchester United per andare all'Inter, poi è scappato dall'Inter per andare al Chelsea, poi dal Chelsea di nuovo all'Inter ed ora, non contento, di nuovo via da noi scappando. Quando c'è tutta questa transumanza, poco importa alla fine dove uno va a pascolare, conta tutto ciò che si vede. Juve? Non me ne importa niente, francamente. A parte che ora voglio vedere se effettivamente lo prendono, altrimenti uno rimane lì a girovagare in un limbo”.

 

 

 

 

Di tutt’altro parere, invece, sull’acquisto di Juan Cuadrado, arrivato a costo zero dopo la fine della sua avventura con la Juventus. Questo il Bonolis-pensiero: "Ottimo giocatore, ottimo colpo, potrà dare una grossa mano all'Inter con la sua qualità e questo è quanto mi interessa. Alla Juventus aveva gli stimoli e la rabbia che i bianconeri gli suscitavano, è normale che difendendo i loro colori provasse a provocare i nostri o a farli mandare fuori e via dicendo. Ora sono certo che gli stessi stimoli e la stessa rabbia li avrà per difendere i nostri, di colori. La penso davvero così: che mi importa di dove ha giocato? Sarebbe bello un suo gol, magari in un derby d'Italia che finisse proprio per 1 a 0. Ma ripeto: non c'è niente da perdonare”.

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