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Alberto Bollini, il mister "sconosciuto" che fa trionfare l'Italia? Dove lo vedremo (presto)

Giampiero De Chiara
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«Questo successo è merito dei ragazzi, del loro lavoro, dello staff, ma anche della filiera del nostro Club Italia, che costruisce dall’Under 15 squadre e calciatori che ci rappresentano a livello internazionale e che maturano per le categorie superiori». Alberto Bollini, 57 anni, ct dell’Under 19 fresca campione d’Europa (1-0 al forte Portogallo in finale) commenta così il trionfo azzurro che riscatta, in parte, la delusione degli azzurri di Mancini in Conference League (per non parlare della mancata qualificazione al Mondiale dello scorso inverno) e il fallimento dell’under 21 agli europei di categoria.

«Sono orgoglioso di aver ottenuto questo successo e lo dedico ai ragazzi e ai tecnici che hanno li hanno fatti crescere negli anni precedenti, stasera hanno vinto anche tutti loro. Bisogna essere preparati, pronti e moderni per vincere in Europa», ha chiarito ancora Bollini che dopo questa impresa si candida (senza che lui lo abbia chiesto) al ruolo di selezionatore dell’Under 21. Ruolo rimasto vacante dopo il flop all’europeo del tecnico Paolo Nicolato.
Per la nazionale si è trattato di un trionfo atteso vent’anni.
L

’ultima volta (2003) era stata l’Italia, allenata da Paolo Berrettini, che sempre contro il Portogallo vinse il titolo continentale di categoria. In quella squadra giocavano Chiellini, Aquilani, Pazzini, Padoin e Palladino, ma anche onesti gregari come Mantovani, Scurto, Lodi, Potenza e Ferronetti e anche, in porta, quel Marco Paoloni che chiuse la carriera dopo la squalifica a seguito dello scandalo scommesse scoppiato poi nel 2011.

 

CARRIERA VENTENNALE

Per Bollini è il coronamento di una carriera, più che ventennale, dedicata all’allenamento dei giovani calciatori, con qualche sporadica apparizione nei “grandi”. A fine anni ’90 dopo una esperienza con la prima squadra del Modena (che tornerà a guidare nel 2019) arriva alla Lazio come tecnico della Primavera. Nel 2001 vince lo scudetto, sfiorandolo una seconda volta nel 2007, ma alla guida dei giovani della Sampdoria. Nel 2012, tornato alla guida dei biancocelesti, perde la sua seconda finale scudetto contro l’Inter. L’anno dopo però conquista il suo secondo scudetto, sempre con la Lazio. Dopo qualche esperienza tra i “grandi” come allenatore di prima squadra, ma anche come vice di Edy Reja all’Atalanta, diventa il ct dell’Under 19 (2019).
Un anno dopo è promosso come responsabile dell’Under 20. Nell’estate del 2023 torna alla guida dell’Under 19 che porta poi sul tetto d’Europa. Il suo grande merito è di aver puntato e formato una serie di giovani molto promettenti: alcuni sono già nel giro della prima squadra dei club di Serie A (D’Andrea nel Sassuolo, Lipani nel Genoa, Vignato nel Monza, Pisilli, Faticanti e Missori nella Roma). Il rischio è che alcuni di questi “gioiellini” vengano “rubati” dai campionati esteri. Per alcuni di questi è già successo come per Fabio Chiarodia (Werder Brema) o la stellina della squadra il fantasista Cher Ndour (reduce dall’esperienza nel Benfica, ora al Psg degli sceicchi) o Koleosho (Espanyol). Per tutti loro, e per Bollini, l’augurio è quello di continuare a far vincere i colori azzurri. 
 

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