Cuadrado, Fabrizio Biasin: le due facce del colombiano, cosa rischia l'Inter
Intanto, gli aggiornamenti. Se tutto andrà come pare, l’avventura del giocatore colombiano Juan Cuadrado all’Inter inizierà proprio oggi. In giornata è previsto l’arrivo a Milano, poi visite mediche, passaggio in sede, foto di rito, firma sul contratto che legherà l’esterno sudamericano alla sua nuova squadra fino al 30 giugno 2024 con un ingaggio di 2,5 milioni netti. Sarà l’alternativa “tecnica” a Denzel Dumfries sulla corsia di destra e, nelle intenzioni, aiuterà mister Simone Inzaghi a variare il gioco sugli esterni, l’anno scorso certamente efficace ma un po’ troppo, diciamo così, ripetitivo (e infatti in un mondo ideale il tecnico piacentino vorrebbe anche Carlos Augusto a sinistra, ma prima bisogna piazzare Robin Gosens). Fin qui la cronaca sportiva, ora quella “ambientale”. I tifosi dell’Inter, o quantomeno la gran parte, sono parecchio incazzati e non è difficile comprendere il motivo. Cuadrado da parecchio tempo rappresenta “uno dei” se non “il prototipo” del giocatore “anti-interista”, il tutto per questioni di campo note e arcinote.
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L’ultima è di qualche mese fa: semifinale d’andata di Coppa Italia, Cuadrado prende di mira qualunque nerazzurro, viene praticamente alle mani con capitan Samir Handanovic, si becca una squalifica di due giornate nella coppetta che - ironia della sorte a questo punto dovrà scontare proprio in maglia Inter. Detto in parole povere, per la quasi totalità dei tifosi vice campioni d’Europa il colombiano è un tuffatore, anti-sportivo, sleale, volto simbolo degli acerrimi rivali di Casa-Juve. Con questi presupposti capite bene che frasi urlate ai quattro venti come «ma cosa state facendo, di grazia?» sono il minimo sindacale.
LE RAGIONI DEL CLUB
Dall’altra parte ci sono le ragioni del club. O meglio, quelle dei dirigenti e del tecnico. Fosse dipeso da loro avrebbero evitato di puntare su un ultra -trentenne un po’ chilometrato- per quanto forte - e sarebbero andati su altro. Ma qui tocca fare i conti... con i conti e quelli chiariscono perché in assenza di liquidità (tutti i soldi raccattati fin qui serviranno a prendere due portieri e, soprattutto, l’attaccante al posto di Lukaku) non esiste alternativa tecnica migliore di Cuadrado. E allora? Tutti felici? Più o meno. Rappresentanti della tifoseria nerazzurra hanno fatto intendere che gradirebbero un, definiamolo, chiarimento, così come sarebbe davvero riduttivo limitare ogni ragionamento a «tanto poi alla prima buona partita del nuovo acquisto tutti festeggeranno e si dimenticheranno di qualunque noia estiva». Festeggeranno sì, ci mancherebbe altro, del resto il bene del club è sempre la cosa più importante, ma è anche vero che chi è stato abituato a un certo tipo di filosofia (l’etica vie ne prima della competitività) fati ca a comprendere un certo tipo di scelte.
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IL RUOLO
Come si esce dall’impasse? Semplice, con i risultati. Qualche anno fa l’avvento di Antonio Conte fece storcere il naso a più d’uno, ma il passaggio “indiretto” dalla Juve e, soprattutto, la vittoria dello scudetto fecero dimenticare ogni genere di trascorso. Ora toccherà a Cuadrado riuscire nell’impresa, ben sapendo che partirà con un ruolo non così di primo piano ma certamente importante: dovrà essere “la chiave” per scardinare un certo tipo di partite bloccate, entrando per lo più in corso d’opera. Nell’ultima stagione gli è riuscito raramente, al punto che persino un suo antico sostenitore, mister Massimiliano Allegri, non ha fatto nulla per trattenerlo a Torino. Fine. O meglio, speriamo. Nell’estate dell’invasione saudita e dei dispetti reciproci (vedremo cosa capiterà con Lukaku...), ci si può davvero aspettare qualunque cosa.