Juventus, quello che nessuno dice su Bonucci: "Come l'hanno trattato"
Gli arabi comprano giocatori come cammelli e la Juve ha scaricato Bonucci come un pacco: 502 presenze liquidate con un “grazie è stato bello”, ma non siamo certi dei convenevoli. Bonucci nella Juve ha 20 presenze in più di Bettega, una cinquantina in più di Zoff e Boniperti. Altri tempi, certo. Altro calcio. Protagonisti diversi. Ma Bonucci - nonostante la stagione in cui è stato al Milan, colpa soprattutto dei litigi con Allegri - era tra le ultime bandiere di un calcio di banderuole al vento, ora dei petrodollari. La più antica di questa Juve, e se per forza in nome del bilancio doveva ammainata serviva maggior eleganza, rispetto per la storia stessa della società. Bonucci era finito? Forse. Lo vedremo.
Ma è ancora meglio di De Sciglio, il protetto di Allegri. Bonucci non poteva prendere altri 6 milioni e mezzo netti per un altro anno, l’ultimo di contratto? Può darsi, ma Allegri ne prende un paio in più, e peri prossimi due annidi contratto lui e il suo staff ne costeranno 80, al lordo. Max nelle ultime due stagioni ne è costato altrettanti, e se non è stato il miglior Bonucci è stato il peggior Allegri. De Sciglio dall’anno scorso ne guadagna solo uno e mezzo? Finora - è alla Juve da sei anni -la società ne ha scuciti una ventina spalmati in 81 partite poche da titolare, molti cross sbilenchi e tantissime presenze in infermeria. De Sciglio ha ancora due anni di contratto.
Bonucci, "addio anticipato alla Juve": una destinazione clamorosa
OBIETTIVO EUROPEI
Bonucci voleva andare avanti fino all’anno prossimo, guadagnarsi gli Europei (saremo in grado di qualificarci stavolta, signor Mancini?) e poi smettere. Aspirazione legittima, come quella della Juve di negargliela: i soldi sono degli Elkan e decidono loro. Però non parliamo più di attaccamento alla maglia né di giocatori-mercenari. Il romanticismo lasciamo ai film. Abbiamo deciso che il calcio è questo. È bastata una gita in Toscana per scaricare uno dei simboli della Juventus più vincente di sempre, per due anni su tre anche a un passo dalla gloria europea. «È il nuovo corso Giuntoli», si dice. Giuntoli il nuovo responsabile dell’area tecnica. Nessuno dubita delle qualità di Giuntoli, artefice dello scudetto del Napoli al pari di Spalletti e Osimhen. È probabile che riporti la Juve in alto, la squadra di cui è tifosissimo e per la quale da ragazzo si faceva sei ore di pullman, da Prato a Torino. «Giuntoli ha solo seguito le indicazioni della società», dicono altri. E allora è stata la società a muoversi come un elefante in cristalleria, irrispettosa del passato e del presente. Davvero l’ex capitano non meritava un finale migliore? Bonucci ha dei contatti in Inghilterra (pare il Newcastle ma non solo), vorrebbe giocare un’ultima volta la Champions per dimostrare che non è bollito e che in una Juve senza Coppe europee (vedremo il capitolo Conference) le sue 20 presenze a buon livello le poteva ancora fare in un campionato sempre più povero in tutti i sensi. Bonucci, almeno da fuori, non sarà un campione di simpatia, ma non c’entra. Chissà che non finisca in Arabia anche lui. Qualche “cappella” negli ultimi tempi l’ha fatta, ma finire nel gruppo degli indesiderati con McKennie, che quando Bonucci era già alla Juventus giocava a Dallas - a calcio, non a football americano - è troppo. Il calcio oggi è questo.
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