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Jannik Sinner contro Djokovic? Flavia Pennetta: "Dove si decide tutto"

Leonardo Iannacci
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Non ha vinto due Slam nella sua brillante carriera, Flavia Pennetta. Ma cinque: gli US Open 2015 in singolare, gli Australian Open 2011 in doppio e poi ha realizzato un tris speciale in coppia con Fabio Fognini: gli Slam si chiamano Federico, Farah e Flaminia, i tre figli che la stanno tenendo impegnata più di quando, in campo, affrontava Serena Williams. Flavia, ora, è una mamma felice e ha trovato la serenità giusta per vivere il secondo tempo della sua vita. Si diletta con il tennis nei tornei master ma l’idea di un ritorno dopo le tre maternità l’ha soltanto sfiorata.

Flavia, riesci a seguire ancora il tennis in televisione? Hai visto cosa sta combinando Sinner?
«Sky è spesso accesa e oggimi vedrò la finale femminile tra la Vondrousova e la Jabeur. Per Sinner sono molto contenta, merita tutte le soddisfazioni che si sta prendendo. Ha un bel tennis ed è anche un bravissimo ragazzo».

Cosa ti sta piacendo di Jannik?
«La determinazione e il coraggio. A un certo punto della sua carriera le cose andavano bene ma ha voluto cambiare staff tecnico per migliorare il proprio tennis».

 



 

Oggi contro Djokovic (inizio alle 14.30) è il suo D-Day: può realizzare l’impresa?
«Ha tutte le possibilità di battere il marziano. Lo scorso anno era due set sopra Nole e ha perso. Stavolta sarà una partita giocata anche sui nervi e Jannik può far male al gioco di Nole».

Cosa può decidere la semifinale?
«Il gioco dei due è speculare, sono simili. Il servizio, però, sarà decisivo perché Djokovic risponde come pochi e lì Jannik dovrà stare attento».

Altra cosa da evitare?
«Quei piccoli cali di concentrazione patiti quando è avanti di un break. Ho notato che li ha sofferti contro Safiullin sino a perdere un set. A Nole è vietato concedere tali vantaggi».

Il tennis di Jannik sta cambiando, è un segno di maturità?
«Anche mentale, è un vero crucco come mentalità e l’abbiamo notato anche quando perde: non si deprime mai».

Oggi affronta il migliore di sempre?
«Come numero di Slam vinti, Djokovic matematicamente lo è ma abbiamo ammirato una generazione mai vista di campioni: Nole, Roger e Rafa hanno vinto insieme 66 Slam. Pazzesco. E quest’anno Djokovic ha un’idea fissa in testa: completare il Grande Slam e vincere i quattro tornei più importanti: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open».

Taluni sostengono: bravo Sinner ma Alcaraz è di un’altra categoria...
«Ora lo spagnolo è più forte ma lascino in pace Jannik, questi paragoni fanno male. Per fortuna che è un alpino, fosse del Sud sarebbe disturbato da queste sciocchezze».

Tu, Pietrangeli, Panatta e la Schiavone siete gli unici italiani che sanno come si fa a vincere uno Slam. Un consiglio?
«Con il cuore. Non bastano testa, preparazione fisica, impegno, grande tennis. Bisogna saper cadere e rialzarsi, e battere anche lo stress e le malignità che fanno male».

 



 

Lo scorso anno hai vinto in doppio con la Schiavone il Roland Garros delle leggende. Nostalgia del tennis?
«Sono una vecchietta ma mi tengo sempre in forma e il prossimo anno mi piacerebbe disputare il torneo delle leggende a Wimbledon».

Quando ti cito Flushing Meadows 2015, a cosa pensi?
«Che ho vinto uno Slam a 33 anni ed è stata una sensazione meravigliosa, una gioia indescrivibile perché inaspettata».

In bacheca hai anche 4 Fed Cup, la Davis femminile. Sinner, Musetti, Berrettini e tuo marito (Fognini) possono ripetere le gesta dei cavalieri che fecero l’impresa in Cile nel 1976?
«La squadra c’è, ha esperienza. In questa Davis che decide tutto in una settimana e con partite in due set, possono farcela».

A proposito, abbiamo ritrovato Berrettini: è la magia di Wimbledon?
«È è un patrimonio del nostro tennis. Massacrarlo perché si è innamorato è stata una cattiveria unica. Siamo prima persone che giocatori. Le parole fanno male. Finalmente Matteo e Melissa posso andare mano nella mano senza che nessuno rompa loro le scatole».

E Musetti?
«Tennisticamente ha un gioco divertente. Ha vent’anni e quando metterà consapevolezza stupirà ancora di più».

E Fabio? Come sta? Ne ha ancora voglia?
«Eccome. Si sta riprendendo bene dopo l’ennesimo infortunio, si allena con Barazzutti a Roma».

Il futuro del nostro tennis, tra Federico, Farah e Flaminia, è in buone mani?
«Adesso lasciamoli ai cartoni animati. Certo che in casa non mancano le racchette da tennis...». 

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