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André Onana? Un capolavoro amaro: Inter, tutta la verità

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Claudio Savelli
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André Onana è il capolavoro di Piero Ausilio. E, come tutti i capolavori, è anche l’opera più sofferta e dolorosa. Sta per essere venduto al prezzo formulato dall’Inter, non un euro di meno (55 milioni più bonus per sfiorare i 60) dopo essere stato ingaggiato a costo zero, con uno stipendio sotto la media per un portiere di livello internazionale (3 milioni netti). Questo perché in pochi un anno e mezzo fa hanno creduto nella redenzione del portiere dell’Ajax. Anzi, nessuno tranne Ausilio, che lo ha bloccato mesi prima della scadenza del contratto.

 

 

Onana era considerato un dopato, un reietto, uno poco raccomandabile. La Uefa lo aveva squalificato per un anno pur riconoscendone la buona fede. Mah. Secondo alcuni colleghi, citiamo testualmente, «Onana è chi la papera fa», al punto da «conseguire un Master in Papere» (chi cerca nel web, trova). Non per Ausilio. Ora è facile essere Guardiola che osanna il portiere migliore del mondo o Ten Hag che lo rivuole. Non è tanto il fatto che Onana sia passato da zero ad un valore di sessanta milioni, è che lo ha fatto in un solo anno.

 

 

Merito anche di Inzaghi, ma l’intuizione vera è del ds perché Onana non è arrivato per fare il vice ma per prendere il posto del titolare, peraltro capitano. Se vendere Onana oggi sembra un sacrilegio per i tifosi, figuriamoci per l’unica persona che ci ha creduto. Deve essere una gran rottura seguire calciatori per anni, trattarli per mesi e poi goderseli per così poco tempo. Deve essere una gran rottura anche incassare le critiche dai tuoi stessi tifosi, che conoscono poco o nulla del dietro le quinte del mercato. Vendere Onana fa male ad un diesse ma bene, benissimo all’Inter. L’Inter, allora, questo diesse dovrebbe applaudirlo. Clap clap clap: nel dubbio, noi abbiamo iniziato.

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