Milan, non solo Morata: il piano B per l'attacco, ecco chi è il bomber
Chi ha dubbi su Romelu Lukaku probabilmente non ha visto i due mesi finali della passata stagione. $ partito titolare in 12 delle ultime 13 di campionato dell'Inter, a conferma della ritrovata integrità fisica e nelle sette in coda ha segnato 7 reti e fornito 4 assist. La media primaverile di un gol a partita e di un assist ogni due è da attaccante mondiale e ha spinto l'Inter ad un semplice ragionamento: per 30-40 milioni, un altro attaccante che sposta gli equilibri in serie A come Romelu non si trova. Quindi, Romelu sia.
Ne servirebbero almeno il doppio di milioni per un'alternativa allo stesso livello, ammesso di trovarne una libera sul mercato dalle grinfie del Real Madrid (orfano di Benzema) e del Bayern Monaco (Lewandowski mai rimpiazzato). Se questi club non hanno un top centravanti in rosa, un motivo ci sarà: la carestia di grandi interpreti nel ruolo che impenna di conseguenza il prezzo dei pochi che ci sono. Non è così assurdo che il Napoli chieda 180 milioni per Osimhen o che l'Atalanta ne pretenda 60 milioni per Hojlund, che ha solo una stagione nel grande calcio con 10 gol in 34 presenze. Così come non è strano che il Chelsea continui a domandare 45 milioni per Lukaku e che faccia uscire delle veline come la trattativa con la Juve, che è credibile quanto quella con il Milan. In un simile contesto, è normale che in Italia le idee per l'attacco siano sempre quelle. Se i soldi sono pochi, bisogna andare sul sicuro, magari accontentandosi degli scarti altrui. Morata, 30enne come Big Rom, è entrambe queste cose perché nel contratto con l'Atletico pare ci sia una clausola da 12 milioni.
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La trattativa in questo caso è soprattutto con gli agenti del giocatore per abbassare le pretese di ingaggio a 4 milioni netti al massimo, che sarebbero praticamente il doppio lordi visto che lo spagnolo non usufruirebbe del Decreto Crescita: né Milan (Leao dovrà rimanere l'unica eccezione) né Roma vogliono offrire di più. Morata segna poco? E' vero, non è mai andato oltre i 15 gol in campionato in vita sua e ha giocato quello spagnolo, quello italiano e quello inglese sempre nelle migliori squadre, però ha vissuto i più grandi palcoscenici del calcio. In più, la quota di reti pretese da una punta si sta abbassando: nell'ultima serie A, solo Osimhen (26) e Lautaro (21) hanno superato i venti gol, il terzo in classifica è Dia della Salernitana con 16, e sei delle otto grandi non hanno superato quota 13 reti (Giroud) con il loro attaccante principale.
A proposito di mancanza di fantasia, l'alternativa a Morata è la stessa per Milan e Roma: Taremi del Porto, 31enne tra dieci giorni e reduce da 31 reti in 51 partite (questi sì, numeri d'altri tempi). Perché, come lo spagnolo, ha il contratto in scadenza nel 2024 e il club d'appartenenza non può fare come il West Ham e chiedere 30 milioni per Scamacca, uno da 3 reti in Premier League. Per la Roma, l'italiano merita al massimo il prestito, altrimenti vale la pena investire nell'erede di Hojlund allo Sturm Graz, fucina di punte: Emegha, 20enne olandese, costa 12 milioni, guarda caso gli stessi necessari per Morata. Il paradosso della punta è che chi ce l'ha, è disposto a venderla. Certo, al giusto prezzo. Il Napoli valuta 180 milioni Osimhen perché sa che il Psg potrebbe rimanere orfano di Mbappé. De Laurentiis ne investirebbe circa un terzo su David, 23enne canadese erede del nigeriano già al Lille. La Juventus saluterebbe Vlahovic in caso di valigetta con 80 milioni per sistemare i conti sia letteralmente sia con il passato: oltre al Bayern, anche Manchester United e Chelsea avrebbero bisogno di un grande nove. La Lazio, invece, ne ha bisogno di uno medio. Il vice-Immobile di cui fino all'anno scorso non pensava di aver bisogno. Sarà uno tra Amdouni, 22enne svizzero del Basilea, e Marcos Leonardo, 20enne brasiliano del Santos. Ecco l'eccezione che conferma la regola delle idee riciclate.
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