Monza, chi mette le mani sul club: la svolta per i brianzoli
Le voci si rincorrono ormai da settimane riguardo la vendita del Monza Calcio dopo la scomparsa del Cavaliere. Mentre i comunicati ufficiali Fininvest, insieme alle parole di Pier Silvio Berlusconi, sembrano indicare la strada di una futura cessione, ma senza alcuna fretta, in realtà continuano a circolare indiscrezioni su trattative imminenti. Il nome nuovo, e di sicuro fascino, per l’acquisto della società biancorossa è nientemeno che il colosso Red Bull, impresa che ha investito finora immense cifre nel ramo sportivo. Il re delle bibite energetiche made in Austria continua a dimostrare enorme interesse in varie attività, a cominciare ovviamente dalla Formula 1, dove sta inanellando trionfi e successi continui, per poi passare alle moto, allo sci e a diverse discipline estreme. E, per i risvolti mediatici internazionali, non poteva di certo mancare il calcio, con al momento la proprietà di due compagini europee. Da una parte il Lipsia e dall’altra il Salisburgo, protagonisti da tempo nei rispettivi campionati e nelle Coppe europee, grazie anche a precise strategie di attenzione verso il settore giovanile.
Ma la domanda sorge spontanea? Per quale ragione la multinazionale della bevanda che “ti mette le ali”, con un fatturato globale di quasi dieci miliardi di euro, ha messo gli occhi proprio sulla realtà locale del Monza? I motivi, in realtà, appaiono molteplici, e non banali. Dalla sinergia con l’autodromo, dove tutti gli anni corrono i suoi bolidi, alla vicinanza della metropoli Milano, dalla possibilità di far crescere un importante vivaio al fondamentale bacino d’utenza con la ricca Brianza. Tutti fattori che uniti assieme fanno comprendere il possibile coinvolgimento della super azienda Red Bull. Diciamo che il modello a cui ispirarsi potrebbe essere l’Atalanta, che ogni stagione continua a regalare soddisfazioni a tifosi e proprietà, grazie a buoni risultati sul campo e a una valida gestione finanziaria. Comunque vada, il futuro del Monza Calcio risulta chiaro: è un club iscritto nel campionato italiano di serie A con l’obiettivo di mantenerlo ad alti livelli per lungo tempo. Non una meteora, bensì una certezza del football tricolore. E a questo proposito ecco le parole di Pier Silvio Berlusconi: «Se la società calcistica dovesse passare di mano, saranno ottime mani per portare avanti al meglio il sogno di papà».
E chi meglio di Red Bull potrebbe rilevare il testimone? Le alternative arrivano dalla Grecia, dagli Stati Uniti o dai soliti Paesi arabi, che sembrano vogliano diventare i padroni universali del pallone, attingendo alle loro inesauribili risorse economiche. All’inizio si era parlato dell’armatore ellenico Evangelos Marinakis, a capo del Nottingham Forest e dell’Olympiacos Pireo, in seguito di fondi americani o provenienti dagli Emirati e dalle nazioni del Golfo. Ma alla fine il nome che fa sognare appassionati e supporter è proprio quello della Red Bull, sinonimo inequivocabile di vittoria.