Milinkovic-Savic, lo schiaffo agli arabi: Juve, sul mercato cambia tutto
Qualche anno fa la Cina, oggi l’Arabia Saudita. Ciclicamente pare che qualche ricco paese estraneo all’élite del pallone scelga di comprarsi il calcio. Cristiano Ronaldo, Karim Benzema, Marcelo Brozovic, sono solo alcuni dei grandi nomi che hanno deciso di lasciare l’Europa per trasferirsi in Medio Oriente, convinti da una vagonata di milioni. Per fortuna, però, c’è anche qualcuno che decide di restare nel vecchio continente, tra chi si accontenta dei compensi europei e chi teme di uscire dal calcio che conta. L’estate prossima, dopotutto, si disputeranno gli Europei e potrebbe rivelarsi una scelta controproducente emigrare in un campionato poco competitivo come quello saudita. Sembra aver fatto questo ragionamento, rifiutando i 35 milioni di euro in due anni messi sul piatto dall’Al-Shabab, il centravanti della Nazionale Ciro Immobile, non più un intoccabile per il commissario tecnico Roberto Mancini e costretto a una stagione di alto livello per strappare la convocazione perla manifestazione tedesca. Una scelta forte, esattamente come quella del suo compagno di squadra alla Lazio Sergej Milinkovic-Savic, il quale avrebbe detto no a 15 milioni a stagione dagli arabi, perché voglioso di restare in Italia, con Inter e Juventus alla finestra.
QUESTIONE LUKAKU
Spiccioli in confronto ai 50 milioni annui offerti dall’Al-Hilal e rifiutati da Romelu Lukaku, in uscita dal Chelsea ma voglioso di tornare all’Inter, dove, però, ne guadagnerebbe meno di un quinto. Dall’Inghilterra insistono nel dire che i Blues non si accontenteranno di meno di 45 milioni per lasciar partire il belga e gli arabi si sentono forti, speranzosi che prima o poi Lukaku possa cedere al corteggiamento: non perché convinto dal progetto, semmai da uno stipendio folle. Ma, fino a prova contraria, la sua idea resta tornare in Italia e giocare tanti altri derby contro Olivier Giroud, altro giocatore avvicinato dai club arabi, ma tanto forte da non farsi comprare dalle super offerte dalla Saudi Football League, perché voglioso di regalare le proprie ultime energie al grande calcio con la maglia del Milan. Come loro, tanti grandi nomi internazionali: dall’asso del Real Madrid Luka Modric alle stelle del Barcellona Robert Lewandowski e Ilkay Gundogan.
E pensare che le enormi spese dei sauditi non si limitano ai giocatori, ma riguardano anche gli allenatori. La leggenda del calcio britannico Steven Gerrard è il nuovo tecnico dell’Al-Ettifaq (club che starebbe cercando di convincere l’attaccante dell’Atletico Madrid- e obiettivo di mercato del Milan- Alvaro Morata), ma l’Arabia Saudita nelle scorse settimane ha tentato anche José Mourinho e Gennaro Gattuso: il primo preferisce restare alla Roma, il secondo è alla ricerca di un progetto in Europa. A ricordare agli sceicchi che con i soldi si possono compare tantissime cose, ma non tutto e non tutti. E, sia chiaro, non c’è nulla di male nel cercare il contratto migliore, ma in un calcio tutt’altro che povero è bello sottolineare chi preferisce continuare a inseguire i sogni che aveva fin da bambino. Un esempio dato dalla stella sudcoreana del Tottenham Heung-min Son, che rifiutando l’Arabia ha detto: «Ho ancora molto da fare in Premier League. I soldi non mi interessano ora, quello che importa è l’orgoglio di giocare a calcio e di farlo nel mio campionato preferito». Per fortuna c’è ancora chi la pensa così.