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Frattesi e non solo: Carnevali, l'uomo che tiene in scacco il mercato

Claudio Savelli
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Giovanni Carnevali sembra uno di quei cantanti da hit estiva: si eclissa durante l’anno per preparare il tormentone da ombrellone, che paga bene assai. Non c’è estate che non diventi virale, che non sia il divo sul palcoscenico del mercato. La canzone stavolta è dedicata a Frattesi, segnalato nel testo come l’amore più conteso dalle grandi d’Italia. Anche d’Europa a dir la verità, ma in questo caso l’amore non è corrisposto. Chissà se è davvero così desiderato, ma il mistero tiene in piedi uno show in perenne diretta televisiva. Non c’è volta che Carnevali rifiuti un intervento ai microfoni perché un ritornello, per entrare nella testa, va canticchiato: «Frattesi costa 35-40 milioni» e, beh, «se qualcuno arriva con questi soldi chiudiamo anche stasera».

 

 



Nessuno parla più di Carnevali perché nessuno ha la stessa capacità di non fare danni ma di tirare acqua al proprio mulino. La dialettica dell’amministratore delegato del Sassuolo è stata allenata per quasi dieci anni nell’oasi calcistica all’ombra della proprietà Mapei e della famiglia Squinzi. Sassuolo sta stretta a giocatori e allenatori, ma non ad un dirigente che può lavorare senza l’angoscia dei risultati: via i due migliori ogni estate e, con la metà dei soldi incassati, dentro una manciata di talenti da svezzare. È un circolo virtuoso che si alimenta soprattutto grazie alle aste, vero o presunte, attorno ai giocatori.

 

 


SOLITA “BASE” 

La base è sempre identica, come ogni canzone reggaeton che si rispetti: i giocatori neroverdi sono i più desiderati, quindi i migliori. Prendiamo Frattesi: «Non c’è una squadra favorita per acquistarlo» ma ci sono tutte. Ogni giorno una diversa sembra essere in vantaggio perché ce la mette Carnevali. Prima era la Juventus, poi la Roma, poi l’Inter, forse subentra il Milan, ora di nuovo la Roma. Tutte cercano un centrocampista, Carnevali lo sa e sfrutta la cosa anche perché il suo è l’unico italiano sul mercato, e il made in Italy è tornato di moda. Il prezzo che chi compra vorrebbe tenere segreto viene sbandierato in pubblico da chi vende, così mezza serie A, che è povera e senza soldi, è in scacco.

 

 

 

 

Questo stallo alla messicana alimenta il nervosismo e dovrebbe indurre qualcuno a rompere gli indugi. Qualche accenno si nota già: l’Inter ha forzato la cessione di Brozovic all’Al-Nassr, accettando un ribasso da 23 a 18 milioni, per avere la liquidità necessaria ad avviare i negoziati. La Roma, archiviate le plusvalenze, è tornata in corsa di prepotenza, anche perché Carnevali l’ha citata. Il Milan vi entra perché il dg neroverde ha annunciato un imminente incontro («Così mi hanno detto: io non ho risposto al telefono»). La coda alla porta è esattamente ciò che fa sobbalzare le società. La Juventus osserva dal fondo, consapevole che il Napoli vorrebbe cedere Zielinski e la Lazio Milinkovic-Savic, essendo in scadenza nel 2024: ecco le due alternative a Frattesi, per tutti.


SCAMACCA E RASPADORI 

Lo scorso anno è stato così per gli attaccanti: tutti volevano quelli del Sassuolo. Scamacca è poi finito al West Ham, Raspadori è stato acquistato dal Napoli ad agosto inoltrato, e Traorè è andato al Bournemouth. Tutti e tre a più di 20 o 30 milioni, i prezzi annunciati da Carnevali. Prima fu la volta di Locatelli e Boga, Sensi e Duncan, Politano e Demiral, Defrel e Acerbi, finiti nelle grandi d’Italia senza un euro di sconto. Carnevali discende dalla scuola Galliani dei dirigenti tentacolari, in prima linea sia in azienda sia sul mercato. L’ideale nelle società con proprietà familiari. Muove i primi passi negli anni ’80 tra Monza e Pavia, per poi entrare nell’organigramma di Como e Ravenna. Dal 2014 guida il progetto-Sassuolo. Più volte è stato avvicinato alle grandi, soprattutto alla Juventus, ma mai ha lasciato il suo club. Sarebbe interessante vederlo all’opera altrove per capire se lo show funziona anche in una big. Intanto, le big le ha in platea.
 

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