Roberto Baggio, il giorno in cui sconvolse sua madre: "Chiama l'ambulanza"
Un campione assoluto, l'idolo delle tifoserie di tre quarti d'Italia. Ma soprattutto un uomo complesso, particolare. Si parla di Roberto Baggio, un campione atipico, un Pallone d'oro che ormai ha smesso di giocare quasi 20 anni fa. Un carattere da sempre e per sempre schivo, riservato: dopo il calcio, si è infatti ritirato nella campagna vicentina, una vita privata e con ben poche digressioni pubbliche.
Oggi Roberto Baggio vive in un casale rustico insieme a moglie e figli, ha 56 anni e ha scelto la natura: alleva anche degli animali e coltiva la sua spiritualità, poiché come noto Baggio è buddista, altra caratteristica che lo ha sempre reso piuttosto unico nel mondo del calcio. E ora l'ex fantasista di Juventus, Milan e Inter tra le molte squadre che ha girato, ha scelto di sbottonarsi raccontando il momento in cui parlò a chi gli era vicino della sua decisione, quella di abbracciare il buddismo.
Non tutto fu semplice, spiega. "All'inizio perfino a mia moglie sembrava che mi avessero coinvolto in una setta o qualcosa del genere. Ricordo che la prima volta che ne parlai con mia madre lei si girò verso mia sorella e disse: Chiama l’ambulanza", rivela il Divin Codino ad Esquire, il tutto con un sorriso.
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Il campione di Codogno aggiunge: "In realtà il fatto è che quando stiamo bene sappiamo tutto noi, invece quando l'essere umano è in difficoltà è più portato ad ascoltare. Io ero un ragazzino e in questo negozio di dischi a Firenze conobbi il mio amico Maurizio Boldrini, lui nella sua sensibilità e nella sua saggezza capì subito che non ero particolarmente felice, e mi aiutò a capire certe cose. Ma anche io all'inizio ero molto sulla difensiva, e intanto uscivano i primi articoli che dicevano che avevo aderito per ‘moda'. Io invece ho avuto la possibilità di guardarmi dentro", ricorda con orgoglio Roberto Baggio.
E ancora, sulla sua fede: "Noi la nostra sofferenza interiore siamo abituati a lasciarla lì, cercando di ignorarla, invece il buddismo ti dice che devi affrontarla perché hai tutte le risorse e le forze per superarla. Per me è stato fondamentale capire che tutto dipendeva da me, che dovevo smetterla di lamentarmi della sfortuna o degli altri, che nel momento in cui tu inizi a fare qualcosa il mondo intorno a te risponde. Abbiamo delle capacità incredibili che non tiriamo fuori, ed è un peccato perché la vita è breve. Sono passati 35 anni e il mio percorso nella Soka Gakkai continua ancora oggi, senza quell'incontro la mia vita sarebbe andata in modo molto diverso, e ti garantisco che oggi io te non saremmo qui a parlare", conclude Roberto Baggio il suo racconto molto intimo e toccante.
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