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Lecco, dalla Serie B alla D: scenario da incubo, cosa c'è dietro

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Daniele Dell'Orco
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 Caos in serie B con il Lecco che rischia l’esclusione dal campionato cadetto a poche ore dalla vittoria playoff contro il Foggia (3-1). Martedì, giorno della scadenza per iscriversi alla prossima stagione (a Lecco è una gioia che mancava da 50 anni), nella PEC da inviare alla Figc il club avrebbe dovuto allegare una documentazione sui lavori per adeguare lo stadio Rigamonti-Ceppi richiesti dalla nuova categoria o in alternativa indicare un secondo campo dove giocare le partite casalinghe. Alla scadenza del termine ultimo, però, i documenti non sono arrivati e sono stati presentati solo ieri mattina.

Un caos che sa molto di pasticcio buorcratico, visto che il club non avrebbe problemi con le risorse o le fidejussioni e rischiare l’esclusione per una dicitura su un documento sarebbe davvero folle. Il presidente Paolo Di Nunno ha provato a spiegare la natura dell’impasse: «Abbiamo indicato lo stadio di Padova (l’Euganeo, NdR), ci serviva solo perché è obbligatorio indicare un impianto al momento dell’iscrizione - ha detto ai microfoni di Lecco FM -. Erano gli unici che potevano concederlo velocemente». Di Nunno, infatti, spera ancora di poter giocare al Rigamonti-Ceppi.

 



NO DI GALLIANI
Per scrupolo, ha raccontato di aver vagliato anche l’ipotesi Monza: «Il signor Galliani venerdì mi ha detto “Pensi a vincere, poi ne parliamo”. Io ho vinto ma lui ora non vuole più parlarne. Ha detto di no». Da Padova, invece, un parere favorevole era arrivato, ma solo dal Comune e dal Padova Calcio, non dal Prefetto della Città del Santo, inoltrato solo dopo la mezzanotte di martedì. Il termine ultimo per il completamento organici in serie B resta inderogabilmente il 7 luglio prossimo, e il Lecco sarà obbligato a dover presentare ricorso puntando sul merito sportivo, sperando che gli venga riconosciuto, ricordando peraltro che i playoff sono cominciati 10 giorni dopo e quindi il tempo per trovare una sede alternativa era troppo esiguo: «Noi la serie B l’abbiamo conquistata sul campo, tutto il resto è secondario. Non si può non tenere conto che il campionato è finito il 18 anziché l’11, non è giusto impiccare la gente dicendo che ci si doveva pensare prima. Allora anche qualcun altro avrebbe dovuto pensarci prima», ha detto il tecnico Luciano Foschi. Tuttavia, il termine è perentorio e quindi crescono le possibilità di ripescaggio per il Brescia.


VIZIO DI FORMA
Massimo Cellino i documenti per iscrivere il suo club li aveva presentati, ma la Lega di B ha respinto la sua domanda di iscrizione anche per via di un vizio di forma. Era già accaduto qualcosa di simile quando il Brescia calcio si era opposto, fuori tempo massimo, all’omologa del Tribunale di Reggio Calabria per lo stralcio del debito della Reggina. Stavolta, però, le porte del campionato potrebbero riaprirsi. Proprio la Reggina rischia ancora grosso. Martedì notte sono arrivati i bonifici degli stipendi ai giocatori, ma bisogna ancora accertare che siano stati pagati i contributi Inps e Irpef più il saldo del piano di ristrutturazione. Decisive saranno le verifiche della Covisoc. Al di là di come finirà la vicenda a Reggio sono arrivate le dimissioni sia del presidente Marcello Cardona sia dell’ad Castaldi: «La proprietà mi ha informato dell’intenzione di cedere il club e pertanto ho ritenuto, fisiologicamente, concluso il mio impegno e rassegnato al cda le dimissioni dal prestigioso incarico» si legge in una nota ufficiale del presidente. A sperare che qualcosa non quadri nei conti degli amaranto c’è il Perugia, che insieme al Brescia spera di risalire a scapito dei due club in bilico.

 

 

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