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De Ketelaere, retroscena: così il belga ha fatto saltare in aria il Milan

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Tutto ruota intorno a Charles De Ketelaere. Ufficiosamente, sarebbe maturata anche per "colpa" sua la decisione di Gerry Cardinale, patron di RedBird e proprietario del Milan, di licenziare in tronco Paolo Maldini, responsabile dell'area sportiva del club, e il suo braccio destro Ricky Massara, responsabile mercato. Sul loro conto peserebbe il bilancio negativo dell'ultima sessione di acquisti, che ha visto proprio nel giovane trequartista belga, prelevato dal Bruges dopo la telenovela dell'estate 2022 per 35 milioni di euro, il più grande buco nell'acqua. Un flop economico, perché di fatto la trattativa ha coperto il 75% del budget dello scorso calciomercato, condizionando tutte le altre operazioni in entrata (a costo zero o quasi, con eccezione del giovane tedesco Thiaw). E un flop tecnico, vista la resa deludentissima in campo del giovane nazionale dei Diavoli rossi che ha costretto mister Pioli ad adattare dietro le punte ora la seconda scelta Brahim Diaz ora addirittura un centrocampista di rottura come Krunic. E ora, che ne sarà del "principino" già preso di mira da molti tifosi?

 

 

 

Secondo il Corriere della Sera, forse anche complice il siluramento di Maldini e Massara, il Milan sembra intenzionato a lasciarlo partire, sempre che si trovi l'alternativa. All'indomani del derby di Champions perso contro l'Inter, lo stesso Maldini aveva affrontato il tema non senza spunti polemici, ricordando che l'acquisto di Paulo Dybala al posto di CDK sarebbe stato facile, ma non in linea con la filosofia della società che punta su giovani di prospettiva e con ingaggi contenuti. Parole che alla luce di quanto accaduto potrebbero essere lette ora come una accusa implicita proprio alla società, anziché uno sposarne la programmazione.

 

 

 

 

Come dire: voi mi dite di puntare su De Keteleare anziché su Dybala, ed ecco il risultato. E così è "l'aziendalista" Maldini a farne le spese. Oppure, come più probabile, la rottura tra Paolo e Gerry ha radici ben più lontane, sicuramente "programmatiche" e anche umane, come dimostrato dalle tensioni di un anno fa per il rinnovo, e il povero Charles diventa ora un semplice capro espiatorio.

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