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Napoli, Spalletti via. Nome-bomba: "Chi arriva al suo posto"

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Se Luciano Spalletti non rinnova, in casa Napoli è tempo di cercare un sostituto. E con Cristiano Giuntoli in uscita e corteggiato dalla Juventus, i nomi sulla panchina partenopea sono quelli di Gian Piero Gasperini e Rafa Benitez secondo La Gazzetta dello Sport. Con il primo, nel 2012, l’insediamento all’ombra del Vesuvio sembrava cosa fatta, dopo un incontro proficuo, poi subentrò a sorpresa la scelta di continuare con Mazzarri. I presupposti ora sono diversi, il momento potrebbe essere quello giusto. Il profilo è compatibile con la strategia aziendale, si dovrebbe soltanto superare qualche perplessità di natura tattica, perché il Napoli attuale non è costruito per giocare con la difesa a tre.

 

 

 

Gli altri nomi: Italiano, Thiago Motta. E De Zerbi…

Anche Vincenzo Italiano è particolarmente apprezzato, soprattutto per com’è stato in grado di guidare la Fiorentina alla finale di una competizione europea. Propone un calcio moderno, ha un ingaggio perfettamente in linea con il budget individuale fissato ad un massimo di 3,5 milioni netti annui per il tecnico e la maggior parte dei calciatori. È una sfida ambiziosa, ma suggestiva. Sempre secondo una logica simile, nelle ultime ore ha preso quota il nome di Thiago Motta. Il lavoro svolto al Bologna non è passato inosservato, soprattutto in Francia dov’è oggetto di valutazione per Psg e Nizza. Le altre strade non sembrano percorribili per questioni finanziarie. Antonio Conte (così come Jurgen Klopp) è un sogno proibito e proibitivo, considerando che al Tottenham percepiva 12 milioni. Un importo analogo sarebbe necessario per strappare Roberto De Zerbi al Brighton, pagando la clausola risolutoria, ma il tecnico, dopo aver centrato un’incredibile qualificazione in Europa League, non ha alcun interesse a lasciare la Premier.

 

 

 

Spalletti forse fermo per un anno

Intanto, sempre secondo La Gazzetta dello Sport, Spalletti, stanco da quest’annata (anzi, letteralmente "spremuto"), potrebbe stare fermo per un anno e non accettare altre corti. E se da un lato lui e De Laurentiis hanno vinto uno scudetto litigando, ora sembra che la storia sia al capolinea. De Laurentiis pensava che la mossa dell’opzione per blindare il tecnico fosse un modo per dimostrargli stima e voglia di volere andare avanti insieme. L’altro invece l’ha vissuta come l’ennesima prevaricazione, un modo per tenerlo lì come un impiegato qualsiasi. E la rottura è sempre più a un passo.

 

 

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