Kvaratskhelia-choc, Napoli in festa in spogliatoio? Ma lui... come lo sorprendono
Osimhen canta a squarciagola, Politano e Lozano conducono le danze salendo sui tavoli, tutt'intorno è una doccia di champagne a getto continuo. Il Napoli vince il terzo scudetto della sua storia, a 33 anni dall'ultimo firmato da Maradona, e lo spogliatoio della Dacia Arena, dopo l'1-1 in casa dell'Udinese, si trasforma in Spaccanapoli.
Una festa che durerà ore, giorni, e che ha visto però Kvicha Kvaratskhelia, il 22enne georgiano sorpresa della stagione e tra gli eroi di questa impresa, clamorosamente in disparte. Seduto in un angolo, bandiera della Georgia sulle spalle, ciabatte di gomma ai piedi. La testa china, le braccia appoggiate sulle gambe. E singhiozzi, tanti singhiozzi: un pianto a dirotto, irrefrenabile. Troppa emozione, sicuramente tanti splendidi pensieri in testa.
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Un ragazzo arrivato in Italia la scorsa estate, accolto da un misto di curiosità e scetticismo sia per le sue origini "esotiche", lontane dal calcio che conta, sia per il suo pedigree non di primissimo piano (Dinamo Tbilisi, esperienze in Russia alla Lokomotiv Mosca e al Rubin, l'ultima stagione in patria nella Dinamo Batumi, sia per la pesantissima eredità da raccogliere, quella di Insigne e Mertens.
Con 12 gol, ha conquistato Napoli e il calcio italiano. Le lacrime, riprese dalle telecamere entrate nello spogliatoio di Udine, e le coccole dei compagni che accorrono per accarezzarlo e abbracciarlo, sono forse l'immagine più bella di una festa appena cominciata.
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