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Napoli, Spalletti clamoroso: "Mi dicono che non vinco. Ma...", come fa impazzire la città

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Napoli freme: oggi, domenica 30 aprile, potrebbe essere il giorno dello scudetto. Si deve vincere al Maradona con la Salernitana e sperare che la Lazio non batta l'Inter. E mister Luciano Spalletti, alla vigilia della partita, non nasconde i suoi sentimenti. "Se ripenso a come son partito mi emoziono tanto. E domani lo sarò ancora di più. Questa per noi e Napoli è una sfida da vincere. C’è emozione e anche un po’ di paura di non portarlo a termine. Se dormirò? Di solito dormo poco", ammette.

Dunque, Spalletti aggiunge: "Mi pare che dal 2001 lo scudetto se lo prendono due città, Torino e Milano. E se questo non accadrà dobbiamo ringraziare i giocatori per quello che stanno facendo. Come mi comporterò? Non so quale potrà essere la reazione a un gol che ci potrà portare la felicità. Al gol di Raspadori non mi sono mosso...". Quindi, sulla città: "Napoli è energica, a volte un po’ folle. Vista da fuori sembra molto teatrale e poco vera. Invece per me è l’opposto, i napoletani vivono in maniera profonda. È una qualità saper trasmettere in maniera spettacolare certi concetti".

Poi il mister si spende in un appello al buon senso nel caso in cui parta la festa-scudetto: "Bisogna saper vincere anche dopo la gara, nei comportamenti, ed è importante saper divertirsi. Sarà la festa dei bambini e se qualcuno metterà a rischio questa festa. Servirà buonsenso. Bisogna pensare ai figli. E loro sono quelli che devono festeggiare, se succedesse".

 

Ma c'è spazio anche per togliersi più di un sassolino dalle scarpe. "Mi hanno spesso sottolineato che non ho vinto, che non ci sono riuscito prima - riprende Spalletti -. Ma se questa attesa poi è valsa a far sì che questa situazione la potessi vivere con il Napoli ne è valsa la pena. Anche i giocatori sono alla ricerca di poter raccontare a figli e nipoti storie eccezionali. Sono dei ragazzi perfetti per fare calcio: umili, disponibili a metterci qualcosa di proprio. Mi rende orgoglioso vedere le amicizie che si sono create nello spogliatoio. Tutto quello che facciamo è per le persone che ci hanno aspettato col fiato sospeso di notte all’aeroporto solo per salutare la squadra sul pullman. Il tempo è quello che determina se vuoi bene a una cosa. E io ai giocatori ho dedicato tutto. Anche la sera magari due ore libere per vedere un particolare in più da allenare", conclude Spalletti. Parole che fanno impazzire Napoli, una città che già lo ama. Ma dopo quanto detto, ancor di più.

 

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