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Napoli, Sabatini svela il segreto di Spalletti: "Quasi surreale. Chi è davvero"

Leonardo Iannacci
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Se c’è un uomo del mondo del calcio che conosce bene il nuovo allenatore campione d’Italia, quello è Walter Sabatini. In questi giorni osservatore ammirato di una squadra che sta vincendo il tricolore con sei giornate d’anticipo (mai successo in Italia) e che lo ha fatto suonando sinfonie sublimi. Se Osimhen, Kvara, e poi ovviamente Lobotka, Kim, Di Lorenzo e gli altri cavalieri azzurri che hanno fatto l’impresa sono lì, pronti a perdersi nella folle festa che li attende, c’è il loro allenatore che vive tutto questo quasi in silenzio. A 64 anni Luciano Spalletti sta togliendosi enormi macigni dalle scarpe, fregandosene di tutto, di chi lo definitiva «un perdentone di successo» e persino di chi lo offende in modo squallido. Walter Sabatini, 67 anni, lo ha conosciuto ai tempi della Roma e dell’Inter. Lo stima. Ne ammira l’illuminante pensiero calcistico. E lo conosce soprattutto come uomo.

Sabatini, ci racconta il “suo” Spalletti?
«In questo trionfo, perché non è una normale vittoria ma un meritatissimo trionfo, Luciano è l’autore principale del capolavoro. Ha vinto uno scudetto in modo garibaldino e quasi surreale».

Il momento più esaltante?
«Naturalmente la vittoria contro al Juventus ottenuta con un’azione spettacolare, disegnata su misura per i tre giocatori entrati dalla panchina. Zielinski, Elmas e Raspadori. Segno che l’impronta tattica che ha dato alla squadra è stata perfetta in ogni dettaglio».

Spalletti cosa rappresenta realmente in questa squadra?
«Il valore aggiunto. Il Caravaggio che è riuscito a dipingere l’opera perfetta. Ha empatia con Napoli ma ovunque è andato, anche nella mia Roma e all’Inter, ha ottenuto il massimo con gli ingredienti che aveva a disposizione. Esaltava la bellezza del calcio».

Come starà vivendo queste ore di fremente attesa?
«Penso stia dominando le emozioni, come sa fare bene. Conscio che le emozioni, a volte, offuscano il lavoro».

Peccato per la Champions, svanita come un amore non realizzato...
«Luciano si goda il trionfo e basta. In una stagione come questa, una settimana-no può starci. Soprattutto se giochi senza 4-5 titolari. Ma la squadra si è ripresa subito».

Il segreto non ancora svelato di questo Napoli, a parte ovviamente Spalletti e i suoi campioni?
«Il lavoro, fuori dal campo, di Giuntoli: un genio visionario che ha mollato Insigne, Mertens e Kouli- Walter Sabatini h baly per due sconosciuti come Kim e Kvara. Ma chi l’avrebbe fatto, la scorsa estate? E poi il presidente...».

De Laurentiis è nel mirino dei tifosi napoletani: follia?
«Un club che ha venduto tre campioni, ha abbassato il monte-stipendi e, dopo queste operazione, ha vinto lo scudetto è un segnale. Non è, questo, un messaggio straordinario a tutto il calcio? Alcuni club hanno vinto uno scudetto creando voragini immense nei bilanci».

Lei ha avuto Spalletti a Roma e nell’esperienza all’Inter. Quando non vinceva...
«Questa di Napoli è un’estasi che gli farà dimenticare tutto il passato. Vincere uno scudetto in questo modo ripaga tutte le piccole delusioni del passato, non immaginate cosa succederà tra poche ore per le vie di Napoli? L’arroganza con cui ha vinto ha fatto diventare piccole piccole tutte le altre squadre».

Ha stravinto il Napoli oppure hanno deluso le altre?
«Ha dominato il Napoli, punto e basta».

Il miglior pregio di Spalletti?
«La sua sensibilità calcistica».

Il difetto?
«A volte non si accontenta, ed a 67 anni esagera. E quello che può essere considerato un vantaggio diventa un boomerang. A Napoli questo non è avvenuto».

A proposito, farà finalmente pace con Totti?
«I segnali ci sono, assurda quella situazione da Guelfi e Ghibellini. Da tempo penso sia auspicabile un abbraccio tra questi due giganti del nostro calcio. I presupposti mi sembra ci siano tutti. Faranno pace i due, ne sono sicuro».

Domani alle 15 c’è Napoli-Salernitana (rinviata per motivi di ordine pubblico). Doppia soddisfazione per lei, no?
«Ho iniziato un bel lavoro a Salerno, poi ben continuato da De Sanctis e dal presidente. Sono felice per la città e i tifosi».

Il suo giudizio sul momento tremendo della Juventus?
«Sul campo ha retto bene. Per il resto ho dubbi che torni la società forte di qualche anno fa».

Semifinale Champions Inter-Milan: su chi punta Sabatini?
«Milan, passano loro».

E lei quando torna in pista?
«Prima di quando lei immagina».

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