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Jannik Sinner, "la sua razionalità vacilla": voci da incubo dopo il ko

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Un morale troppo basso per Jannik Sinner, dopo l’uscita in semifinale contro il 19enne Holgar Rune, venuto alla cronache al Roland Garros 2022 quando ci furono scintille negli spogliatoi con il norvegese Ruud. Nella semifinale maratona di Montecarlo ha avuto la meglio il rivale dell’altoatesino, che ha poi perso in finale contro Rublev. Per Jannik una notte insomma, così scrive Il Corriere della Sera, che sottolinea come l’italiano debba imparare a scardinare gli avversari con forte personalità, i ruffiani in grado di portare il pubblico dalla propria parte (vedi Tiafoe a Vienna, ottobre 2021, quando si mise a dare il cinque agli spettatori delle prime file e ribaltò il match) e quelli capaci di esaltasi in uno stadio ostile, come Rune e Medvedev

 

 

 

Sinner, il classicismo razionalista che a volte cozza nel suo gioco

La logica stringente del tennis di Sinner, dice ancora il Corriere, non prevede (ancora) variabili che esulino dal perimetro stretto del campo, la sua razionalità vacilla. Come Jannik non ama improvvisare, così detesta sprecare energie mentali per impegnarsi a capire come gestire un fattore che non riguarda gli schemi del gioco. Il suo classicismo razionalista a volte cozza: non solo l’irrazionale non è previsto dal regolamento interiore, ma diventa elemento di disturbo che increspa l’acqua cheta e fredda del suo laghetto di montagna. Alcaraz offre a Sinner una sfida alta, atletica e tecnica, ma senza l’imponderabile di un’esuberanza comportamentale ai confini del regolamento, la caratteristica di Rune che non è Kyrgios, non lo sarà mai, però viaggia sul filo del rasoio. Holger piace perché è strafottente come un rapper. 

 

 

 

 

Panatta: “Tutti sanno che se Jannik gioca davvero bene vince. Ma Rune…”

Il quotidiano milanese dà ragione ad Adriano Panatta: “Tutti i giocatori del circuito sanno che se Jannik gioca davvero bene non hanno chance. Tutti, tranne Rune”. Imparerà, il barone rosso, però non potrà andare contro la sua natura. È già un passo significativo che abbia iniziato a fare il pugno ma chiedere a un altoatesino di tuffarsi di testa nella caciara di Tiafoe e Rune, forse, è troppo.

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