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Jannik Sinner cade nella trappola danese: come lo ha fregato Rune

Gabriele Galluccio
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La cattiva notizia è che Jannik Sinner ha perso la semifinale del Masters 1000 di Montecarlo. La buona è che il tennis è in ottime mani, perché l’incontro con Holger Rune è l’ennesimo tra i ragazzi della nuova generazione che lascia la certezza di un futuro luminoso.

Una partita dalle premesse esaltanti per Sinner, che aveva preso di infilata l’avversario, frastornandolo con una mezz’ora di tennis che ha rasentato la perfezione. Rune non si è disunito, anzi ha stravolto l’incontro con un repertorio di colpi vasto e anche con qualche... colpo di testa. Nel momento decisivo della partita si è inimicato il pubblico e ha scatenato il caos, tra fischi e boati. Sinner si è ritrovato in uno scenario inusuale e soprattutto a rincorrere nel punteggio, cedendo al dodicesimo game del secondo set il punto del 5-7. Stesso copione che si è ripetuto nell’ultimo atto, con Jannik che ha faticato tanto in ogni turno di servizio a differenza di Rune, che invece ha tirato fuori il meglio e chiuso la partita in 2 ore e 47 minuti con il punteggio di 6-1, 5-7, 5-7.

ERRORI GRATUITI
Il primo set è il manifesto di Sinner, che dimostra una netta supremazia e impone un pressing forsennato, decidendo l’impostazione e la qualità del gioco. Il danese non riesce a reggere l’urto e si sgretola rapidamente.

L’inizio avvolgente non ha però seguito in apertura di secondo: Jannik inizia a commettere errori gratuiti, annulla tre palle break ma alla quarta concede il servizio con un rovescio che scappa via. Secondo game lungo e tormentato, a differenza del terzo che scorre veloce, con Rune che sale sullo 0-3.

È una fase strana della partita, con Sinner a comandare ma senza avere lo stesso timing con la palla e con Rune sornione che ribatte giocando quattro metri fuori dal campo. Un quarto d’ora terribile per Jannik, che si chiude con l’interruzione dell’incontro a causa della poggia.
La ripresa è promettente, con Sinner che con tre grandi risposte su altrettante prime di Rune apre la via al break che rimette la partita in equilibrio. Il danese perde improvvisamente le staffe con il pubblico, intimandolo di tacere in maniera plateale e a più riprese. Il caos e i fischi non fanno altro che accenderlo, come se fossero una sua comfort zone, dato che continua a servire benissimo e a rendere difficile ogni turno di battuta di Sinner. 

A cedere allora è Jannik, che nel dodicesimo game prende rischi senza successo, concedendo il punto del 5-7. La partita è molto dura e le condizioni non sono ideali, con il terreno umido e pesante: diventa una battaglia sempre più accesa, appassionante e senza esclusione di colpi di classe. Jannik è costretto a turni di battuta lunghissimi rispetto a quelli di Rune, ma salva una palla break dietro l’altra e resta aggrappato all’incontro con tutte le forze residue. Alla fine è più bravo il danese a sfruttare gli errori di Sinner e ad evitare il tie-break, chiudendo l’incontro con un altro 5-7.

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