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Milan-Napoli, insulti all'arbitro: la "vergogna" è dei giornalisti

Fabrizio Biasin
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Alla fine della partita in molti perdono la brocca. Passi per i diretti protagonisti, ché a caldo vale (quasi) tutto. Passi per Spalletti che s’incazza e fa quello che fanno il 99% dei tecnici. Passi per i tifosi che in quanto tali non hanno la lucidità di capire che l’arbitro romeno Istvan Kovacs ha sì portato a casa una prestazione da 4.5 in pagella, ma per aver sbagliato da una parte e dall’altra (se è vero che manca un cartellino giallo gigante per Leao è altrettanto vero che nell’occasione della traversa di Kjaer si poteva assegnare un rigore ai rossoneri). Ecco, tutti hanno le loro giustificazioni, ma i giornalisti no.

A partita archiviata un manipolo di professionisti si apposta nella “Zona Mista” di San Siro e al passaggio dei fischietti e di Roberto Rosetti (Gran Visir degli arbitri dell’Uefa) inizia a sbraitare: «Vergogna!», «Bad match!», «Shame!». Ecco, questo non è consentito perché altrimenti la si butta realmente in vacca. Il Napoli ha subito e intelligentemente preso le distanze («condanniamo con fermezza la contestazione da parte di alcuni giornalisti nei confronti degli arbitri avvenuta al termine della partita Milan-Napoli»), il resto dovrebbero farlo gli stessi protagonisti della faccenda con un inutile ma quantomeno simbolico «Scusate, abbiamo sbagliato». Nell’attesa, registriamo la class action portata avanti dalle associazioni “Noi Consumatori" e "Napoli Club Maradona" per l’arbitraggio di Kovacs: richiesta danni da 150 milioni di euro a carico dell’Uefa. Alla faccia...

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