Il mio calcio furioso e solitario. Si intitola così l’autobiografia di Walter Sabatini, che per l’occasione ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica. Non solo calcio, il direttore sportivo ha parlato anche e soprattutto di vita. A partire da come non voleva essere raccontato: “Niente caricatura di me stesso: il fumatore e il lettore incallito, l'uomo dei vizi, dei tre pacchetti di sigarette e dei 15 caffè al giorno, delle citazioni letterarie, lo sciamano del calcio, quello che non riesce a separare la vita dalla palla che rotola, che passa le notti al telefono, che non tralascia di aspirare niente”.
Nainggolan, lo sfogo di Sabatini: "Vorrei picchiarlo, quel delinquente"
Neanche Radja Nainggolan è stato in grado di risollevare la Spal. Arrivato nell’ultimo giorno di calciomerc...“Vi prego - ha aggiunto nell’intervista - non voglio essere una macchietta, anche se ho fatto di tutto per suicidarmi, senza successo. Il mio corpo è ferito perché non gli ho risparmiato niente, l'ho usato, ne ho abusato, ho vissuto tutto con lui: sesso, scontri, rabbie, viaggi. Ma ho sopravvalutato le mie energie pensando di poter far tutto, anche con stress e polmonite, e anche dopo l'asportazione di un tumore. Sono stato due volte in coma, con la dottoressa che continuava a ripetere: lo perdiamo. Io invece volevo rischiare di vivere e puntare sulla mia bassa (per gli altri) percentuale di riuscita. Azzardare mi piace, ma le mie coronarie dimostrano che non sono un duro”.
Milan, "per Stefano Pioli è finita": Walter Sabatini svela il prossimo mister
Il Milan potrebbe cambiare allenatore. In panchina la posizione di Stefano Pioli si fa sempre più delicata. La sc...Parlando invece di calcio e soprattutto delle turbolenze vissute da direttore sportivo, Sabatini ne ha ripercorse alcune: “Non sopporto chi insulta i miei uomini, anzi non lo permetto. Saputo, il presidente del Bologna, ha urlato: questa è una squadra di merda. Per messaggio gli scrivo che il responsabile sono io e che ci sta che me ne vada. Lui il giorno dopo concorda. Alla Sampdoria ho fatto quasi a botte con il presidente Ferrero perché inveiva contro l'allenatore Giampaolo dopo una brutta partita persa a Bologna. A Perugia ho litigato con Alessandro Gaucci perché senza avvisarmi aveva mandato via un collaboratore. In otto mesi mi sono escluso da due grandi società, Roma e Inter”.