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Napoli-Milan, la profezia di Demetrio Albertini: "Forse Pioli ha ragione..."

Leonardo Iannacci
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Demetrio Albertini ha una magnifica ossessione: il padel: «Sai perché? Rispetto al tennis si avvicina di più al calcio: devi avere due occhi anche nella nuca e la pallina solleticale stesse intuizioni che avevo al centro di un prato verde».

Costacurta dice che lui è il più bravo di tutti a padel...
«Balle. Si impegna ma proprio oggi l’ho suonato».

Tra gli ex calciatori chi è il Djokovic del padel?
«Candela. Più di Totti. Francesco è bravo ma non è certo il Totti del padel».

Parliamo di calcio, quello sport che si gioca in 11, ci sono due porte, un arbitro... Ricordi?
«Non fare lo sciocco. Ti rammento che sono responsabile del settore tecnico federale».

Domani c’è Napoli-Milan: i campioni d’Italia uscenti fanno visita a quelli entranti...
«Sarà una sfida spettacolare ma non certo per la classifica».

Pioli ha detto: nessuna squadra è imbattibile. Neppure questo Napoli?
«Il calcio è uno sport di squadra ma, a differenza di basket o volley, non è ripetitivo e stimola le sorprese. Possibile che Stefano abbia ragione».

I giocatori decisivi nelle imminenti tre sfide fra Napoli e Milan?
«In assenza di Osimhen sarebbe banale dire Kvara o Leao. Vado controcorrente: Lobotka per il Napoli e Bennacer per il Milan. Si deciderà tutto a centrocampo».

Il Napoli può vincere anche la Champions?
«Sì, lui o il Manchester City».

Coi tuoi occhi da architetto della mediana, quali doti essenziali vedi nella squadra di Spalletti?
«Ha consapevolezza, esprime entusiasmo e si diverte quando gioca».

Come faceva il Milan degli invincibili?
«Quella era una squadriglia pazzesca con una sfilza di campioni impressionante. Quando sono andati via i tre maghi olandesi, sono arrivati Boban e Sheva, poi Papin, poi Weah... Ma il segreto erano i senatori italiani. Maldini e Billy su tutti. Nello spogliatoio erano leader veri, esempi per tutti».

Come racconteresti il tuo Milan con un tweet?
«Lo slogan di Berlusconi e Galliani era: “Diventeremo il miglior club del mondo”. Così è stato».

Un flash sui tuoi Napoli-Milan?
«Uno solo: quando Maradona aveva la palla eravamo tutti estasiati, facevamo il tifo per lui».

Il momento più bello di quando giocava Albertini?
«L’annata 1994, il bis scudetto-Champions contro il Barcellona. Partivamo sfavoriti e abbiamo vinto 4-0».

Quello più brutto?
«Il biennio ’97-’98, restammo lontani da tutto».

Scegli Sacchi o Capello?
«Entrambi. Arrigo mi trasformò in giocatore vero, Fabio mi ha fatto diventare titolare al posto di un certo Ancelotti».

Oggi Carletto è il miglior allenatore del mondo?
«Guardiola dove lo metti? Carlo lo stimo per la sua modernità».

Che fine farà San Siro?
«Adoro quel tempio ma il calcio ora impone che i club abbiano stadi moderni, funzionali e di proprietà. Impossibile tornare indietro».

Mancini è ancora il ct giusto?
«Mancio svolge bene il nuovo compito richiestogli: un tempo il ct sceglieva fra i migliori e li gestiva. Oggi deve fare scouting, scovare nomi sott’acqua come Retegui, Grifo o Gnonto. Il ruolo è cambiato».

Oggi, 1 aprile 2023, qual è il termometro del nostro calcio?
«Non è da pesce d’aprile. Le nazionali italiane U17 e U19 sono nelle prime posizioni del ranking mondiale. Siamo e siate ottimisti».

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