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Serie A, allarme-contratti: Bastoni spaventa l'Inter. Tutti i nomi in gioco

Claudio Savelli
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Il calciomercato che conta ormai si fa in casa. Le trattative per i rinnovi sono diventate più importanti degli acquisti e delle cessioni: sono sempre di più, sempre più difficili e sempre più tese perché i calciatori trascinano verso la fine i loro contratti senza aver più timore di restare disoccupati o di finire in un calcio minore. Spinti dagli agenti che non sono più solo “agenti” ma vere e proprie aziende milionarie, tengono sotto scacco le società. Queste, però, sono passate al contrattacco: fregate per anni dai bonus alla firma e dalle commissioni (intuizione morbosa di Mino Raiola), ora lasciano terminare i contratti senza farsi problemi. Grazie e arrivederci.

Casi come quello di Skriniar porteranno i club a essere sempre meno indulgenti. Lo slovacco si è accordato con il Psg mentre trattavano le società: i 20 milioni alla firma per lui e il suo entourage non sarebbero arrivati se fosse stato venduto. Il guadagno, quindi, non è solo il contratto superiore (da 6 a 9 milioni all’anno). La storia rischia di ripetersi con Bastoni? No, proprio perché l’Inter sta cambiando atteggiamento. Da qui a fine stagione si proverà a limare la distanza tra proposta (4,5 milioni all’anno) e richiesta (6 all’anno) e, se non arriverà la firma, il difensore verrà ceduto in estate. Sulla fede nerazzurra professata dal suo agente Tinti meglio soprassedere: anche Skriniar giurava amore eterno...

 

 

 


È un calcio sempre più in scadenza. Solo in serie A sono 77 i calciatori con un accordo fino a giugno 2023 non ancora prolungato. Praticamente tre rose intere su venti. In Europa sono più di 100 dal valore di mercato superiore ai 5 milioni (stime Transfermarkt). E l’età media non è più da dinosauri: i dieci prossimi svincolati più preziosi, da Skriniar (60 milioni) a Zaha (27 milioni), contano 28,8 annidi media. I 35enni Messi e Benzema sono eccezioni tra i vari Ndicka (23), Thuram (25) e Kamada (26).

 

 

 

 

RISCHI CALCOLATI

Le società stanno cogliendo la palla al balzo: chi se ne va non porta soldi ma alleggerisce il monte ingaggi, quindi i bilanci. Non guadagni ma risparmi. Vale uguale. Le scadenze di questi anni sono i rinnovi o gli ingaggi di quattro-cinque anni fa, quelli pre-pandemia, quando suonava tutta un’altra musica. Ora è il momento di smaltirli.
Certo, il rischio è privarsi dei migliori calciatori ma la storia sta insegnando che si possono sempre sostituire. Metodo-Milan: Donnarumma non rinnova? Maignan si sta rivelando superiore e Gigio non rende più come “a casa”. Così Leao si sta convincendo che Milano è la piazza ideale ancora per qualche anno, per questo la nuova ipotesi è un prolungamento annuale fino al 2025. Il club evita il deprezzamento, il giocatore capisce come pagare la multa da 18 milioni allo Sporting Lisbona e continua a essere titolare. Tutto fatto invece per Giroud: 3,5 milioni per la prossima stagione, poi si vedrà. Il francese si dimostra consapevole della propria età (36 anni) e accetta di rimanere ad alto livello guadagnando meno rispetto all’eldorado arabo, leggasi Cristiano Ronaldo. Stesso ragionamento fatto da Dzeko, che ora aspetta l’Inter, e che sta portando il 35enne Di Maria al “sì” ad un’altra annata con la Juventus: a fine aprile le parti si incontreranno. Fissati gli appuntamenti anche con Rabiot e Alex Sandro mentre Cuadrado è destinato al calderone degli svincolati. Siva così verso un mercato libero in stile Nba, dove girano meno soldi per i cartellini. Un ago si è infilato nella bolla in esplosione. Il rischio è avere squadre meno forti, almeno in Italia. Ma è un rischio apparente, se sai cambiare prospettiva. Il Napoli, che ha lasciato andare Insigne e Mertens a zero, insegna. 

 

 

 

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