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Alex Del Piero, "l'ultimo atto": nel libro di Galimberti l'addio di un mito Juve

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Il 13 maggio 2012 Alex Del Piero salutava la Juventus e il calcio italiano: 3-1 allo Stadium all'Atalanta, per festeggiare il primo scudetto dell'era Conte ma soprattutto l'ultima partita di Pinturicchio in bianconero, con tanto di gol numero 290 e standing ovation dei tifosi bianconeri in lacrime per il loro capitano. Un addio commovente quanto contestato, perché "imposto" da Andrea Agnelli. A quel momento, idealmente, è dedicato il libro Alessandro Del Piero: l'ultimo atto di un campione infinito (edizioni Diarkos) scritto da Alessandro Galimberti, giornalista e docente all'Università Cattolica di Milano. Proprio quel giro di campo struggente e a partita in corso, nato spontaneamente, è la chiave narrativa usata dall'autore per descrivere vittorie e sconfitte, reti ed errori, panchine e rinascite di un giocatore che per 19 anni ha legato indissolubilmente il proprio nome alla Signora e alla Nazionale, con cui è stato campione del mondo nel 2006.

C'è spazio anche per le altre ultime bandiere del nostro calcio, da Paolo Maldini a Javier Zanetti e Francesco Totti, tutti rispettati e ammirati dai tifosi, qualsiasi sia il colore della loro squadra. E proprio sulla correttezza, la sportività e la modestia di Alex si sofferma nel sua prefazione Bruno Pizzul, che ha accompagnato le gesta di Del Piero per buona parte della sua carriera, dall'esplosione giovanissimo con i "gol alla Del Piero" in Champions passando al drammatico infortunio di Udine nel 1998, che sembrò stroncargli la carriera, fino all'incredibile gol di tacco al Piacenza per omaggiare Gianni Agnelli, morto da poche ore. Un condensato di juventinità.

 

 

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