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La Premier League si inchina al Ramadan: partite interrotte per bere

Daniel Mosseri
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Una pausa per bere e mangiare e poi riprendere a giocare. È la soluzione trovata in seno alla Premier League, anzi a tutti i campionati professionistici del Regno Unito, per permettere ai giocatori di fede islamica di rispettare i precetti del Ramadan. Nel nono mese del calendario islamico i fedeli musulmani sono soliti digiunare dall’alba al tramonto: una pratica vecchia di 14 secoli attribuita allo stesso profeta Maometto che avrebbe inserito l’astensione dal cibo durante le ore di luce nei giorni di Ramadan fra i cinque pilastri fondamentali delle fede islamica. «O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati» (Corano 2, 183).

Il rispetto del Ramadan, insomma, è centrale nella vita di tanti musulmani e i giocatori di calcio della Premier League non fanno eccezione. Così in una nota della stessa lega si legge che «i capitani dei club con giocatori musulmani potranno accordarsi con gli ufficiali di gara della Premier League per fare una pausa in un incontro e consentire ai giocatori o agli ufficiali di gara di interrompere il digiuno». E poiché il rispetto delle pratiche altrui è solo il primo passo, quest’anno il Chelsea aprirà le proprie porte anche ai tifosi organizzando, primo club della massima serie inglese a farlo, un “open Iftar”, ossia una cena di rottura del digiuno (Iftar), aperta (open) ai supporter di ogni credo.

L’evento si terrà domenica prossima allo Stamford Bridge, lo stadio della squadra londinese. La seria A inglese ha anche sottolineato che il piccolo aggiustamento non ha nulla di straordinario e che già nel 2021 durante una partita fra il Leicester City e il Crystal Palace era stato permesso a Cheikhou Kouyate (CP) e a Wesley Fofana (allora LC, oggi al Chelsea) di fermarsi «e rifornirsi di liquidi e di gel energetici». Lo svolgimento degli ultimi Mondiali di Calcio in Qatar ha contribuito ad avvicinare il gioco del pallone alla pratica dell’islam rendendo la pausa-Ramadan la regola in Inghilterra. Poiché il calendario islamico è lunare e ha cioè fra i dieci e gli undici giorni in meno di quello solare, Ramadan è un mese “mobile” sul calendario gregoriano.

OGGI INIZIA IL MESE SACRO
Quest’anno il Ramadan in Europa inizia oggi, 23 marzo, ed è stato notato che gli incontri di calcio che in Inghilterra finiranno dopo il tramonto (e cioè dopo le 20) non saranno molti: fra questi ci sarà Liverpool-Leeds in programma la sera del 17 aprile. In quell’occasione ai giocatori Mohammed Salah, Ibrahima Konaté e a Naby Keita sarà permesso fare una pausa per riprendersi dalla stanchezza provocata dall’astensione da acqua e cibo. Rivolto alla Bbc, il centrocampista dell’Everton Abdoulaye Doucouré, cittadino francese di origine del Mali, ha ricordato che lui prega e digiuna assieme ai suoi compagni di squadra Idrissa Gueye e Amadou Onana: «Ci sentiamo molto sicuri, molto accettati. La Premier League non farà mai nulla contro la nostra fede e questo è fantastico». La Germania Paese di antica immigrazione in arrivo dalla Turchia, ha tentato di accordare Ramadan e campionato già nel 2010. Quell’anno il Ramadan iniziava il 10 agosto, un mese caldo anche in Germania.

Fu allora che Aiman Mazyek, segretario generale del Consiglio centrale dei musulmani tedeschi (Zmd), spiegò che gli atleti islamici avrebbero potuto infrangere il divieto di astensione dal cibo a tutela della propria salute e del proprio lavoro «senza sensi di colpa». Lo Zmd non parlava a nome di tutti i musulmani in Germania: Mayzek aveva però commissionato un parerelegale al consiglio consultivo religioso dell’Università egiziana Al Azhar, una delle più importanti del mondo islamico di rito sunnita. La questione era molto seguita: Mesut Özil ebbe a dire che trovava molto faticoso giocare e correre a stomaco vuoto: «Ero debole e avevo mal di testa». Serdar Tasci dello Stoccarda aveva trovato una soluzione flessibile: digiunava tutti i giorni del Ramadan a esclusione di quelli di gioco o allenamento. Al di fuori degli stadi di calcio fra i più antichi atti di rispetto nei confronti del Ramadan si ricorda la cena alla Casa Bianca che il 9 dicembre del 1805 Thomas Jefferson volle che iniziasse «esattamente al tramonto» in ossequio di Sidi Soliman Mellimelli, alto dignitario tunisino invitato per discutere del conflitto navale fra Usa e Stati barbareschi del Maghreb. 

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