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Juventus, "perché il pm è stato costretto a mollare"

Luigi Cattaneo
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È andata in onda ieri l’ultima puntata della serie “Plusvalenze Juve” in attesa dell’udienza preliminare davanti al giudice penale prevista per lunedì mattina. Il palcoscenico se lo sono divisi in due, il pm Ciro Santoriello e il fantasista Paulo Dybala, oggi non più in bianconero, ma colonna della Roma di José Mourinho.

Santoriello ha deciso di lasciare il suo posto. Il video rimbalzato sui social nel quale il magistrato, tifoso del Napoli, ironizzava sulla “Vecchia Signora”, per quanto scherzoso e irrilevante riguardo il ruolo ricoperto dal sostituto procuratore, ha suggerito l’inevitabile passo indietro. “Sub judice” una frase pronunciata nell’ambito di uno scambio di battute con altri invitati un convegno e in relazione all'archiviazione di un procedimento che riguardava proprio la Juventus: «Lo ammetto, seguo e sono tifosissimo del Napoli e odio la Juventus. Come pubblico ministero sono anti-juventino, contro i ladrocini in campo».

All’epoca nessuno si scandalizzò, ma nel 2021, quando il pm entrò a far parte del pool di magistrati che coordina l’inchiesta sulla Juve, il filmato del 2019 fu stato diffuso in rete, alimentando le polemiche. Ora il timore che la Juventus possa evocare una sorta di “legittima suspicione”, anche se non sembra aver convito del tutto Santoriello, ha certamente condizionato il pool di magistrati che si occupano del caso Juve. Se il pm sia stato oggetto di pressioni da parte dei suoi colleghi, allo stato dei fatti non si sa, e forse non lo si saprà mai.

 

SENSO ISTITUZIONALE
La procura subalpina non vuole, almeno in questa fase, concedere alcun vantaggio alla controparte, come la presenza di Ciro Santoriello in aula davanti al Gip. Il magistrato ha comunicato ieri mattina la propria posizione al procuratore capo Anna Maria Loreto, che ha preso atto della scelta apprezzando «il grande senso istituzionale, la lealtà e l’attaccamento che hanno portato il magistrato ad assumere questa decisione».

Per ciò che riguarda Dybala, invece, negli atti depositati dalla procura negli ultimi giorni, vi sono anche i verbali che riportano le dichiarazioni di Luca Ferrari, il legale del calciatore, sentito in procura a Torino nelle scorse settimane. L’avvocato ha confermato che il suo assistito deve ancora avere più di tre milioni di euro legati alla seconda manovra stipendi della Juve durante il periodo di Covid e «chiede anche una cifra per responsabilità precontrattuale del mancato rinnovo».

 

Cioè la differenza tra l’importo dell’accordo che Dybala aveva trovato con il club bianconero. A questo punto i conti si complicano e riesce difficile individuare una cifra esatta che, almeno secondo l’entourage del calciatore, potrebbe raggiungere anche i 50 milioni di euro, ma che, più realisticamente, non dovrebbe suprare i 15. Sulla vicenda, però, ci sarebbe una trattativa in corso tra i rappresentanti di Dybala e la società torinese e dovrebbero raggiungere un accordo definitivo entro la fine del mese di aprile. Se così non fosse, allora Ferrari potrebbe adire per vie legali, anche se il calciatore sembra intenzionato a chiudere la vicenda il prima possibile, concludendo una trattativa che possa «soddisfare entrambe le parti». La vicenda Dybala, però, non dovrebbe, almeno in sede processuale e fintanto che non si sarà conclusa, avere un particolare rilievo sulla vicenda plusvalenze.

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