Milan e Inter condannati dalla Champions: rumors su Inzaghi e Pioli
Se Milan e Inter sono le uniche grandi ad aver perso punti rispetto all’anno scorso, un motivo ci sarà. Dopo ventisette giornate di campionato nella passata stagione i nerazzurri avevano cinque punti in più, i rossoneri - che avrebbero festeggiato lo scudetto a maggio - potevano contare addirittura su un +9 in classifica (la variazione maggiore, ovviamente, è del Napoli, a +14). Una flessione nei risultati accentuata dalle recenti difficoltà delle squadre di Stefano Pioli e Simone Inzaghi: il Milan non vince da tre partite di fila in serie A, avendo perso due delle ultime tre gare (contro Fiorentina e Udinese), l’Inter è reduce da tre sconfitte nelle ultime quattro partite di campionato, con la bruciante delusione nel derby d’Italia contro la Juventus (gli altri ko contro Bologna e Spezia). Con la classifica inevitabilmente influenzata e una corsa al quarto posto, determinante per permettere alle milanesi di giocare in Champions League anche il prossimo anno (l’altra via è data dal successo nella massima competizione europea: piuttosto difficile), decisamente complicata, con le romane pronte ad approfittarne e la Juventus sempre più lanciata nella rimonta (attualmente l’Inter è terza a +3 sulla quinta posizione della Roma, il Milan quarto con una sola lunghezza di vantaggio sui giallorossi).
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Ma cosa non sta più funzionando nelle milanesi? Andando in ordine di posizionamento in classifica, la sensazione è che il più grande errore di Inzaghi sia stato puntare sempre sugli stessi uomini, finendo per spremerli. Dopotutto l’Inter è la squadra con l’età media più alta dei giocatori impiegati in campo in serie A, con 28,4 anni di età per partita (la più giovane è il Lecce, a 24,2), ma nonostante questo le rotazioni sono minime e la formazione nerazzurra si può ripetere a memoria per la sua costanza (al di là di qualche infortunio, naturalmente, come quelli di Milan Skriniar e Alessandro Bastoni in difesa). E, osservando la rosa interista, le alternative per Inzaghi non mancano, come Kristjan Asllani, un giocatore acquistato l’estate scorsa dall’Empoli per 14 milioni di euro tra prestito e riscatto, ma mai realmente coinvolto dal tecnico, nonostante il 21enne albanese abbia fatto intravedere enormi potenzialità nelle 20 presenze collezionate tra tutte le competizioni.
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PROBLEMI FISICI
E pensare che proprio in mezzo al campo il tecnico deve fare i conti con un grattacapo che riguarda uno dei leader di questi ultimi anni interisti: Marcelo Brozovic. Il croato, tra problemi fisici e mancanza di condizione, è spesso rimasto in panchina recentemente e nelle ultime tre occasioni in cui è sceso in campo da titolare i nerazzurri hanno sempre perso. Le difficoltà del Milan, invece, nascono più da motivazioni tattiche. La scelta di Pioli di passare alla difesa a tre si è rivelata fondamentale per fermare l’emorragia nel momento in cui il Diavolo è crollato nella crisi di gennaio (in cui era reduce da 14 gol subiti in quattro partite), ma con questa disposizione ha rinunciato al gioco e sacrificato il suo fenomeno Rafael Leao. Il portoghese spostato al centro viene disinnescato e, infatti, non segna da nove giornate di fila (considerando tutte le competizioni, le presenze consecutive senza segnare per Leao sono 10). Con il 3-4-1-2, tra l’altro, è venuta meno anche quella che prima rappresentava l’arma principale del Milan, ovvero la catena di sinistra formata dall’asso portoghese e da Theo Hernandez. Il cambio di modulo in Europa avrà anche funzionato, con la qualificazione ai quarti di finale di Champions, ma per andare avanti Pioli deve ritrovare quel gioco che aveva reso grande il suo Milan.
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