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Serie A, derby d'Italia alla Juve: Kostic piega l'Inter a San Siro

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Caro vecchio catenaccio. Dal pullman di Barcellona di mouriniana memoria a quello di Allegri di questa sera a San Siro. Con una prova d'altri tempi, la Juventus fa suo il Derby d'Italia battendo l'Inter a San Siro per 1-0 nel posticipo della 27/a giornata di Serie A. Gara decisa da una rasoiata mancina di Kostic a metà del primo tempo, rete contestata dai nerazzurri per un presunto tocco di mano di Rabiot non ravvisato dal Var. La partita ha visto la squadra di Allegri erigere un autentico muro davanti all'area di rigore che l'Inter non è riuscita a scalfire in alcun modo, anche quando Inzaghi ha messo in campo nel finale tutti gli attaccanti a sua disposizione. Anzi a recriminare maggiormente è proprio la Juve, che in contropiede con Chiesa, Vlahovic e Kostic avrebbe potuto chiudere prima la partita ed evitarsi così un finale di pura sofferenza. Tre punti fondamentali per i bianconeri che al netto della penalizzazione si portano incredibilmente a -7 dal Milan quarto. Uniche note stonate per Allegri la prossima squalifica di Rabiot e Paredes, il nuovo problema fisico accusato da Chiesa nel finale. L'Inter incassa il secondo ko di fila in campionato, il terzo nelle ultime cinque partite e viene scavalcata dalla Lazio. Masticano amaro i nerazzurri, che hanno provato fino alla fine a trovare la via del gol senza riuscirci.

 

 

 

Nelle file nerazzurre, Simone Inzaghi schiera Darmian e De Vrij in difesa al fianco di Acerbi, viste le assenze per infortunio di Skriniar e Bastoni. A centrocampo gioca Calhanoglu mezzala con Brozovic in regia, in panchina Mkhitaryan. A destra gioca Dumfries, mentre in attacco spazio a Lukaku al fianco di Lautaro Martinez. Nella Juve, Allegri lascia in panchina Di Maria e Chiesa non al meglio e schiera a sorpresa Soulé in avanti alle spalle di Vlahovic. In difesa confermato Gatti dopo la bella prova di Friburgo, al centro rientra Bremer al fianco di Danilo. A destra spazio a De Sciglio con Cuadrado in panchina. Come prevedibile San Siro tutto esaurito, con un colpo d'occhio da brividi con la Curva Nord nerazzurra che espone un mega striscione che richiama il compleanno del club (9 marzo, ndr): 'figli della notte, del cielo e delle stelle'.

 

 

 

Pronti via e dopo meno di due minuti Inter vicina al gol con un destro da lontano di Barella deviato in angolo da Szczesny. Juve molto bassa a difesa della propria area di rigore, l'Inter può così arrivare abbastanza agevolmente fino alla trequarti avversaria con i centrocampisti che si uniscono alle due punte nella ricerca del gol. Poco dopo il quarto d'ora si rinnova il duello tra Barella e Szczesny, con il portiere polacco che respinga da campione un destro ravvicinato del centrocampista nerazzurro dopo uno scambio nello stretto con Lukaku. Quando offende, la Juve si affida quasi esclusivamente alle iniziative di Kostic e Rabiot sulla sinistra per cercare Vlahovic in mezzo all'area. E non a caso al 23' la squadra di Allegri passa in vantaggio proprio con un diagonale vincente di Kostic appena dentro l'area di rigore, su assist di Rabiot. Rete convalidata dopo un lungo check con il Var per un presunto tocco di mani di un giocatore bianconero. Veementi le proteste nerazzurre, con la squadra di Inzaghi che si disorienta e nel giro di pochi minuti rischia ancora di capitolare con Soulè pericoloso due volte dalle parti di Onana. La gara diventa nervosa, ne fanno le spese Barella e Gatti ammoniti. L'Inter schiuma rabbia, spinge ma finisce per scoprirsi e concede spazi alle ripartenze della Juve con Kostic e Fagioli. Da un cross dalla destra del centrocampista, solo un miracoloso ripiegamento di Barella nega il raddoppio a Kostic appostato in mezzo all'area. Prima dell'intervallo si rivede l'Inter, con un colpo di testa di Lukaku da centro area con palla di poco a lato.

Nessun cambio nell'intervallo, si riparte con l'Inter sempre protesta in avanti alla ricerca del pari. Nerazzurri subito pericolosi con Brozovic che tutto solo a centro area cicca malamente un assist di Dimarco da sinistra, forse sorpreso da una deviazione di De Sciglio. La Juve è sempre più schiacciata a difesa della sua area, ma in contropiede è sempre pericolosa. Dopo quasi un'ora prima vera palla giocabile per Vlahovic, che dal limite calcia debole e centrale senza vedere Fagioli meglio piazzato. Ci prova poi Locatelli dal limite, ancora Onana si oppone. Inzaghi prova a cambiare qualcosa inserendo Mkhitaryan per un Barella troppo nervoso, dentro anche D'Ambrosio per Dimarco acciaccato. Replica Allegri inserendo Chiesa al posto di Soulè. Con il passare dei minuti la partita diventa un autentico assedio alla porta di Szczesny, sempre attento sui cross che piovono dalle fasce così come su un piazzato di Calhanoglu dalla distanza. La Juve continua però a sprecare occasioni in contropiede, prima con il neo entrato Chiesa e poi ancora con Kostic e con Locatelli anticipato da un grande Onana in mezzo all'area. Sul fronte opposto, Inter vicinissima ancora al pareggio con un tirocross di Dumfries per Lukaku sventato da Gatti in scivolata. Inzaghi si gioca il tutto per tutto inserendo Correa e Dzeko per Darmian e Lukaku, per uno schieramento ultraoffensivo. Dura una ventina di minuti la gara di Chiesa, costretto ad uscire per infortunio. Al suo posto Paredes. Assedio dei nerazzurri, ci provano dalla distanza prima Mkhitaryan e poi Calhanoglu su punizione ma senza esito. Il muro bianconero resiste fino al triplice fischio finale, quando poi il nervosismo porta D'Ambrosio e Paredes a farsi espellere da un incerto arbitro Chiffi.

 

 

 

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