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Roma-Lazio, l'ombra del gruppo Wagner: cosa c'è dietro il blitz

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Maurizio Stefanini
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Non solo la Wagner combatte in Africa, presidia Siria e Venezuela, si diffonde in Africa a spingere migranti in Italia, ma si immischia pure nelle dispute sportive. Sarebbero infatti stati uomini di Prigozhin quelli che sono venuti a Roma per aggredire un gruppo di ultras della Roma del gruppo Fedayn e rubare loro uno striscione. La cosa è piuttosto imbrogliata. Da una parte, infatti, i cinque aggressori sarebbero serbi, e non russi. Però membri del gruppo di mercenari. Dall’altra i Fedayn, come indica il nome preso ai guerriglieri palestinesi, nacquero negli anni ’70 con una immagine vagamente di estrema sinistra, e contrapposti all’immagine di estrema destra degli Ultras della Lazio. E nell’estrema sinistra c’è una certa simpatia per Putin da retaggi filo-sovietici e anti-Nato, anche se contigua alle simpatie putiniane diffuse a destra, fino a configurare il fenomeno del cosiddetto rossobrunismo.

Ma certe etichette sono evidentemente relative, se si pensa ad esempio da un lato al modo in cui il secolo XX finì mentre sindaco di Roma era il laziale di sinistra Francesco Rutelli e presidente del Lazio il romanista di destra Francesco Storace. Comunque, così come nella guerra in Ucraina ci sono su entrambi gli schieramenti reparti composti da Ultras, così nella guerra che portò alla dissoluzione della ex-Jugoslavia ci furono Ultras in prima linea sia le milizie serbe che quelle croate. Addirittura, allo stadio Maksimir di Zagabria un monumento è dedicato «ai sostenitori della squadra che su questo terreno iniziarono la guerra contro la Serbia il 13 maggio 1990». Prima battaglia di quel conflitto è infatti considerata colossale rissa, con 128 feriti, che allora si scatenò tra i tifosi della Dinamo Zagabria e quelli della Stella Rossa di Belgrado. Alla testa di questi ultimi era Zeljko Razhnatovich, che col nome di battaglia di Arkan, “Felino”, sarebbe poi divenuto appunto un ferocissimo comandante di una milizia arruolata tra Ultras, e denominata “Tigri”.

IL GATTO SILVESTRO
Assassinato il 15 gennaio del 2000 in un agguato con evidenti caratteristiche da regolamento di conti mafioso, Arkan fu omaggiato con uno striscione alla Curva Nord dell’Olimpico dagli Ultras della Lazio, che con i “cetnici” serbi avevano sviluppato amicizie proprio in nome dell’ideologia di estrema destra. “Onore alla Tigre Arkan” fu la scritta, cui i tifosi del Torino risposero con un ironico “Onore al Gatto Silvestro”. Se i laziali stavano con i serbi, i romanisti allora si sono resi amici dei croati, tramite un curioso giro con i greci. Esiste infatti un gemellaggio a tre tra gli Ultra di Roma, Atletico Madrid e Panathinaikos: quest’ultimo, si dice, nato da una bevuta in pub tra tifosi che si erano conosciuti a un incontro di basket Lottomatica Roma-Panathinaikos, e rafforzato quando la Roma in Champions affrontò l’Olympiakos Pireo, rivale storico appunto del club ateniese. Ma i tifosi del Panathinaikos sono a loro volta gemellati con la Dinamo Zagabria, che per via del nome simile è a sua volta amica della Dinamo Kiev, tra le cui curve al tempo di Euromaidan fu rilanciato in tutto il mondo un canto in realtà nato nel 2010 tra i tifosi del Metalist Kharkiv, tuttora popolarissimo in Ucraina. “Putin khuylo!” è il concetto che vi viene monotonamente ripetuto: “Putin testa di cazzo!”.

NEMICI DEI NEMICI
Per proprietà transitiva spinta all’estremo, insomma, i romanisti amici dei tifosi del Panathinaikos amici dei tifosi della Dinamo Zagabria amici dei tifosi della Dinamo Kiev si trovano così odiati sia dai serbi che dai russi. E dai serbi al servizio dei russi, evidentemente, al quadrato. Mentre i laziali nel 2018 esposero una bandiera dei separatisti del Donbas proprio subito prima che un sorteggio stabilisse un Dinamo Kiev-Lazio in cui appunto seguire la squadra in trasferta fu poi vietato. Dando modo ai Fedayn di scrivere: “Kiev: più Fifa che Uefa”. Peraltro, proprio in una agenzia del Donbas i cinque serbi avrebbe acquistato i biglietti dell’aereo per cui sono arrivati a Roma con la motivazione ufficiale di seguire le partite di basket della Stella Rossa a Milano e Bologna in Eurolega. Secondo l’ipotesi della Digos inquirenti, sfruttando una licenza dal campo di battaglia, e facendosi aiutare da amici gemellati del Napoli. La “pezza” con la scritta Fedayn è stata poi bruciata, calpestata e ridotta in cenere il 17 febbraio allo stadio Rajko Miti®di Belgrado, durante la partita contro il Cukaricki. Poco più in là campeggiava lo striscione con la scritta in serbo: «Avete scelto la compagnia sbagliata», in riferimento al gemellaggio dei romanisti con i croati del Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria. 

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