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Schumacher, "a un passo". Ferrari, il giorno in cui è cambiata la storia

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Alain Prost e la Ferrari: un amore mai sbocciato, rovinato da quella famosa dichiarazione che il francese fece il 20 ottobre 1991, definendo la 642 F1 come un “guidare un orrendo camion”. Le parole del quattro volte iridato al podcast ufficiale della F1, Beyond the Grid, lasciano però sorpresi tanti amanti della rossa: “Dopo il 1993 (anno del ritiro definitivo, ndr) ho avuto l’opportunità di tornare in Formula 1 con la McLaren e anche con la Ferrari. Ho parlato con Jean Todt e Michael Schumacher era già lì — dice il francese — Ho detto che se avessi firmato, dovevamo essere chiari e che quello che dovevo fare era la seconda guida, aiutando Michael e la Ferrari a diventare campioni del mondo”.

 

 

Prost: “Schumi sarebbe stato numero uno, io il due, ma non funzionò”
E ancora: “Non volevo avere alcun tipo di discussione — aggiunge Prost — Michael sarebbe stato il numero uno e io il numero due, sarebbe stata una possibilità di tornare, ma non ha funzionato. Volevo partecipare al successo della Ferrari, questa era la mia sfida in quel momento. Il mio ruolo sarebbe stato quello di aiutare Jean, la squadra e ovviamente Michael, bisognava essere chiari su questo, l’aspetto umano è sempre stato molto importante per me”. Per poi concludere: “Non c’era modo di competere con Michael dopo un ritiro di due o tre anni. Quello che potevo fare era aiutare e poteva essere una bella sfida: ho parlato a lungo con Jean, ma non è andata a buon fine. Forse dovreste chiedere a Todt le ragioni, ma magari è stato meglio per me”. Alla fine, nel 1993, Prost chiuse definitivamente la carriera alla Williams e quella di F1, non tornando più a correre.

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