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Napoli, ciclo infinito: perché sta prenotando i prossimi 5 scudetti

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Il Napoli ha tutto ciò che serve per aprire un ciclo vincente. Prima deve vincere, certo, ma per riuscirci è sufficiente non suicidarsi ha più punti di vantaggio (18) che partite da giocare (14). Una volta completata la missione potrà rendersi conto di avere i tre ingredienti magici per un progetto a lungo termine: sostenibilità finanziaria (dal rosso di 52 milioni si va verso il pareggio nel prossimo bilancio), identità di gioco e calciatori nella fase ascendente della carriera. Se di solito si vince a trequarti o alla fine di un ciclo, il Napoli potrebbe farlo all’inizio, un po’ come il Milan lo scorso anno. Ma, a differenza dei rossoneri, non avrebbe nemmeno un leader a fine carriera che, per un cliché, si pensa sia necessario per trionfare.

 

 

 

La formazione titolare di Spalletti infatti non presenta alcun over-30, in caso di Olivera preferito a Mario Rui come terzino sinistro. Che poi quest’ultimo ha 31 anni, mica tanti, di certo non troppi, e con Demme e Juan Jesus costituisce il confine di vecchiaia dell’intera rosa. Nessun azzurro è nato prima del 1991 e l’età media infatti è di 26 anni tondi, ovvero la più bassa tra le grandi della serie A dopo la Roma, che vanta un decimo in meno (25,9). Visto che Olivera è favorito su Rui (preservato per il ritorno in Champions di martedì contro l’Eintracht), contro la Lazio (20.45, diretta Dazn) dell’ex Sarri è pronta la versione under-30 del Napoli. Tra i pali Meret, 25enne giunto alla prima stagione in cui può essere titolare indiscusso. Il contratto è in scadenza e il portiere sembra non aver intenzione di prolungare, nel caso il Napoli investirà con ogni probabilità su Vicario (Empoli), che conta un solo anno in più.

 

FUTURO TITOLARE

La difesa presenta il 29enne Di Lorenzo e il 25enne Olivera ai lati di Rrahmani (29 anni) e Kim (26). A centrocampo sono tutti all’apice della carriera ma ben lontani dal crepuscolo: Zielinski e Lobotka hanno 28 anni, Anguissa 27. Alle loro spalle si lavora su Elmas, già rodato ma “ancora” 23enne, come futuro titolare, in attesa di capire se verrà trattato il riscatto di Ndbombelé (26) o se verrà inserito un ulteriore giovane. L’attacco titolare è il reparto più verde in assoluto. Kvaratskhelia compirà 23 primavere tra una settimana, Osimhen ne ha 24 e Lozano 27: 24,6 anni di media per un tridente che finora ha prodotto 37 reti e 23 assist in tutte le competizioni. Il bello è che c’è futuro anche nei sostituti, che rendono molto pure nel presente in relazione ai minuti a disposizione: l’usato sicuro Politano, 29enne da 4 gol e 3 assist, si somma al 23enne Raspadori (5 reti e 2 assist) e al 27enne Simeone (8 gol) per un totale di 17 reti e 5 assist tra serie A, Champions e Coppa Italia. Un bottino da titolari partendo dalla panchina. In più, Spalletti tiene in grande considerazione il 23enne Zerbin e il 22enne Gaetano, concedendo loro minuti non appena possibile in un’ottica di supervalutazione del talento, sia esso da conservare o da rivendere sul mercato.

 

 

 

VALORE SPORTIVO

Teoricamente il patto per aprire un ciclo vincente è non vendere i big non appena si vince. Ecco, il Napoli non è costretto a farlo (il bilancio è in ordine) ma, se anche lo facesse, reinvestirebbe su altri giovani. L’eventuale successo fortificherebbe la nuova idea in merito alle rose da costruire: non serve più avere calciatori esperti per essere i primi della classe. Soprattutto nella “povera” Italia servono calciatori dall'alto valore sportivo perché ne corrisponde uno altrettanto alto a livello economico. Così la società casca in piedi in qualsiasi caso: se vende, incassa parecchi soldi; se non vende, conserva un sicuro rendimento in campo. Al Napoli non resta che l’ultimo e decisivo passo per aprire il ciclo e indicare la via. Dovrà iniziare la discesa contro Sarri, l’uomo da cui molto è iniziato: sfidare il passato del quasi-scudetto per ipotecare un futuro in cui se ne potranno vincere uno, due o molti di più.

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