Mourinho "il solito parac***"? Gravi sospetti sul mister della Roma
José Mourinho stavolta ha ragione nel fare il José Mourinho. Il quarto uomo è stato sbruffone e irrispettoso nei confronti di un professionista che, come lui, in quel momento stava lavorando. Soprattutto un arbitro non può fare il giocatore, non può diventare parte attiva nella partita, condizionando l’emotività dei protagonisti: dovrebbe semmai esserne il garante. In questo caso il signor Marco Serra ha peccato, dicendo a Mourinho le seguenti parole: «Ti stanno prendendo tutti per il culo...», «Vai casa, vai a casa», «Fatti i cazzi tuoi!». Si scopre dalle ricostruzioni dei presenti e lo si intuisce dal labiale di Mou che ripete quest’ultima frase: «Lo hai detto davvero?», prima di ricevere il cartellino rosso e trovarsi nel paradosso per cui l’espulso sarebbe dovuto essere un arbitro («È lui, è lui che ha sbagliato!», urla José). Il fatto che Mourinho abbia ragione è suggerito dall’apertura dell’inchiesta da parte della Procura Federale, invocata a gran voce dallo stesso tecnico subito dopo la gara. Abreve saranno ascoltati sia il tecnico giallorosso sia il quarto ufficiale della gara, in modo da raccogliere ufficialmente le due versioni dei fatti, se è vero che l’unica finora pubblica è quella di Mou a caldo. Gli arbitri non possono parlare, quindi non c’è riscontro. Il mister ha anche chiesto se ci fosse una registrazione audio dei dialoghi avvenuti a bordo campo: difficile trovarla ma non impossibile.
LE MOTIVAZIONI
Le due giornate di squalifica obbligheranno Mourinho a saltare la sfida alla Juventus, decisiva in ottica Champions, e quella successiva con il Sassuolo. È una punizione “automatica” in questi casi: il Giudice Sportivo applica le norme in base a ciò che gli arbitri riportano nel referto di gara. Nelle motivazioni si legge che l’allenatore giallorosso è stato squalificato «per avere al 2’ del secondo tempo contestato con veemenza ed atteggiamento provocatorio una decisione arbitrale; per avere inoltre, al termine della gara, entrando, seppur autorizzato, nello spogliatoio arbitrale rivolto al Quarto Ufficiale espressioni ed illazioni gravemente offensive». Tutto vero. Manca però la parte relativa a Serra che, essendo arbitro, rimane impunita. Ecco perché la Roma ha deciso di presentare ricorso: c’è spazio di manovra perché il comportamento del quarto uomo è un inedito. In più il club vuole inviare un segnale all’ambiente, al gruppo e al mister: è fermamente dalla parte del suo allenatore, lo sostiene, lo protegge e non ne mette in discussione i poteri.
Mourinho riceve la squalifica per ciò che ha fatto in campo anche se inopportuno lo è stato solo fuori, e solo in parte. Alcune dichiarazioni del post-gara sono infatti poco pertinenti e lo fanno parzialmente passare dalla parte del torto. Tra tutte, non ha senso sospettare che l’atteggiamento di Serra sia strategico perché è di Torino e quindi, si evince, tifa Juventus. È molto più semplice, non serve il complottismo: Serra è stato inadeguato probabilmente perché non prova simpatia per il tecnico portoghese, punto e basta. Di sicuro su questo aspetto dovranno indagare i vertici arbitrali: non è tollerabile un simile atteggiamento. Roma intanto si interroga sull’efficacia strategica delle gesta del mister. Seppur innamorata del tecnico, la Capitale inizia ad ammettere che “Mourinho che fa il Mourinho” non ha più la stessa efficacia di un tempo.
GIOCO OFFENSIVO
La Roma ha perso contro la Cremonese, una squadra che non aveva ancora vinto una partita, perché ha approcciato male e giocato peggio. A proposito di gioco, spesso la squadra giallorossa non offre uno sviluppo offensivo degno della discreta fase difensiva: è solo quarta in Serie A per numero di gol attesi prodotti (esclusi i rigori) ed è addirittura 15esima per numero di passaggi progressivi. Mourinho sostiene non ci siano grandi giocatori, parzialmente ha ragione, ma la Roma ha investito apposta su un grande allenatore per compensare. Un allenatore che era arrivato con un entusiasmo puro, sano, positivo ma che ora sembra invece ripiombato nello stato di tensione perenne del passato.