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Mike Maignan, "la droga dietro il lungo stop": il fango e la rabbia del portiere

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Pressing, recupero palla immediato, attacco alla porta avversaria. Il Milan è tornato dopo la crisi durata un mese, tra gli inizi di gennaio e febbraio. Il successo sull’Atalanta, il quarto consecutivo dopo il trittico di 1-0, è il segno di una svolta che è prima di tutto mentale, caratteriale, attitudinale, nonostante l’Atalanta non stia attraversando un periodo positivo, come si era già visto nella sconfitta di Lecce della settimana precedente. L’ha ammesso anche Gasperini: “Abbiamo dato tutto, ma il Milan era di dimensione superiore”. Il cambio di strategia tattica è stato decisivo. Quando prima del derby Pioli è passato alla difesa a tre, in molti lo hanno criticato. A partire da Sacchi, che considerava la scelta un passo indietro sotto l’aspetto del gioco. 

 

 

 

 

Theo può essere un’arma tattica, la leadership ritrovata di Ibra

I risultati danno però ragione al tecnico rossonero: una volta trovata la giusta interpretazione, non conservativa, il nuovo sistema ha portato alla svolta. Con uno stopper in più, il sorprendente Thiaw, la difesa è tornata quella di una stagione fa, che infatti fu la migliore del torneo e risultò decisiva per la conquista dello scudetto. Giocando così, Theo Hernandez torna a essere un’arma tattica: con le spalle più coperte adesso può dare il meglio si sé, vale a dire sprintare e calciare. La ritrovata leadership di Ibrahimovic ha avuto il suo ruolo, scrive in un articolo il Corriere della Sera

 

 

 

Maignan: “Le mie uniche droghe sono fede, lavoro e vittorie”

"Non sono qui per giocare 5 minuti", ha messo in chiaro lo svedese, che a 41 anni non è affatto intenzionato ad accettare un ruolo da mascotte. E fa bene: già la sua presenza in spogliatoio è stata una scossa terapeutica, il famoso effetto Ibra. Lui tornava dopo 280 giorni, Mike Maignan dopo 161. “Le uniche mie droghe sono fede, lavoro e vittorie” ha scritto sui social il portiere, per mettere definitivamente a tacere le voci (false) circolate sulle cause del lungo stop muscolare, che è costato carissimo. Per lo scudetto è tardi, ma il Diavolo finalmente recupera pezzi e orgoglio.
 

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