Inchiesta Juventus, altro scandalo: "Minacce di morte, verso il passo indietro"
Le troppe minacce e campagne social ricevute sul caso Juventus, stanno facendo pensare a qualche giudice del Collegio di Garanzia del Coni di fare un passo indietro e di lasciare l’incarico. Così scrive il Corriere dello Sport. Come è capitato al procuratore della Figc, Chinè e anche al pm Santoriello, anche ai giudici del Collegio di Garanzia Cesaro, Maffezzoli e Sandulli. "Colpi bassi, video rubati, frasi estrapolate dai contesti e post sui social da usare nel momento opportuno — le parole del quotidiano romano —. Il clima attorno ai giudici legati (direttamente o indirettamente) al ‘caso Juve’ preoccupa le istituzioni e gli stessi magistrati. Più di qualcuno ha già subito delle minacce di morte”. L’ultimo caso riguarda il magistrato Mario Luigi Torsello, presidente della Corte d’Appello della Figc, che ha inflitto la penalizzazione di 15 punti in classifica alla Juventus.
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Il polverone su Torsello
Lo stesso Torsello è finito nell’occhio del ciclone per una lezione all’Università del Salento in cui spiegava i principi del diritto sportivo. Le sue parole sono state usate in modo improprio, intese come commento alla sentenza di penalizzazione. "Il magistrato ha parlato dell’importanza di un processo veloce e della possibilità di configurare come violazione del principio di lealtà e correttezza una condotta che ‘non risulta autonomamente come fattispecie di illecito disciplinare’". Su una frase in particolare si è scatenato il finimondo: "È compito degli Organi di giustizia considerare meno stringenti le regole formali rispetto ad aspetti sostanziali". Ma Torsello, pronunciandola, non ha espresso un’opinione personale, bensì ha citato una sentenza del Collegio di Garanzia”.
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Il Corriere dello Sport: "Qualcuno valuta il passo all’indietro"
Il Corriere dello Sport quindi conclude: "I giudici sportivi si sentono soli, sovraesposti e facili bersagli. E mentre si attende il ricorso della Juve al Collegio di Garanzia (in tanti cominciano a pensare che in un senso o nell’altro possa arrivare una sentenza politica) più di qualcuno comincia a riflettere sulla possibilità di fare un passo indietro, visto che gli incarichi sono di natura volontaria e in molti casi non prevedono retribuzione".
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