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Mandragora, la carta segreta che può far condannare la Juventus

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Non ha un nome altisonante come quello di Paulo Dybala, ma potrebbe essere Rolando Mandragora, 25enne centrocampista oggi alla Fiorentina, l'uomo che inguaia ancora di più la Juventus. Mercoledì l'attaccante argentino della Roma è stato nuovamente ascoltato dai pm dell'inchiesta torinese Prisma, che indagano sui bilanci juventini. Ma la novità di giornata, secondo quanto riporta Repubblica (giornale, è bene ricordarlo, di proprietà di John Elkann, patron anche dei bianconeri e cugino dell'ex presidente Andrea Agnelli), sarebbe un'altra. L'esistenza della cosiddetta "carta Mandragora".

 

 

 

Allo studio dei pm ci sono infatti i documenti degli accordi mai depositati in Lega tra Juve, Atalanta e Udinese. In particolare, a far sentire puzza di bruciato agli inquirenti ci sarebbe la cessione di Mandragora nel 2018 all'Udinese per 20 milioni, con possibilità di riacquisto un anno dopo. Per la cronaca, all'epoca il centrocampista napoletano cresciuto nel Genoa aveva appena 21 anni, era considerato un talento ma alle spalle aveva esperienza limitata e non di primissimo livello: 26 partite nel Pescara in Serie B, 36 presenze e 2 gol nel Crotone in Serie A e una sola partita giocata con la Juve. La quotazione di 20 milioni (che garantì ai bianconeri una plusvalenza di 13,7 milioni) è ovviamente opinabile, ma i pm la considerano una "spia" di manovre incrociate per aggiustare i bilanci dei club.

 

 

 

 

Scrive Repubblica: "Accordi segreti, non depositati in Lega, non solo sulle manovre stipendi, ma anche dietro alle cessioni dei calciatori ad altri club, utilizzati un po’ come fossero 'banche' per far quadrare i conti della Juventus. È questo il sospetto della procura di Torino che sta continuando ad ascoltare testimoni a un mese dall’udienza preliminare fissata per il 27 marzo. Per i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello ci sarebbero delle 'side letter' sottoscritte solo dalla Juventus dietro ai famosi 'impegni morali' di cui parlò l’ex ds Paratici".

L'affare Mandragora è piuttosto complesso: dopo essersi infortunato al ginocchio il 23 giugno, Mandragora era stato ri-acquistato dalla Juve il 3 ottobre seguente, esercitando il diritto di recompra, al prezzo di 10 milioni di euro più 6 di bonus, lasciandolo comunque in prestito all'Udinese. Plusvalenza messa a bilancio e, sospettano i pm, obbligo di riacquisto mascherato. 

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