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Juventus condannata a perdere: ecco cosa manca ad Allegri

Claudio Savelli
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Costruire una grande squadra potenziale è un errore. Lo ha commesso la Juventus quando ha pensato di ingaggiare Di Maria per completare un tridente ideale con Chiesa e Vlahovic: l’argentino non garantiva quaranta e passa partite all’anno e l’italiano era reduce da un ginocchio operato. Non si poteva immaginare che il serbo avrebbe avuto la pubalgia, fastidio maledetto per i calciatori, ma che le ali ai suoi fianchi fossero incognite era chiaro. Due dubbi su tre sono troppi per scommetterci l’intero impianto di gioco. A questi va aggiunto Pogba, un azzardo. Non a caso Allegri ha impiegato quasi due mesi per virare al 3-5-2 con cui è riuscito a sopravvivere: era affezionato all’idea di Juve che si era fatto in estate.

 

 

Se l’idea era il 4-3-3 e i dubbi sulla tenuta dei titolari erano chiari, serviva acquistare riserve all’altezza. Non lo è Kostic, quinto di fascia a sinistra che a destra non può giocare, e non lo era Kean, a meno di convertirlo ad attaccante esterno come a Parigi. Ciò premesso, vedendo il triangolo Di Maria-Chiesa-Vlahovic con cui la Juve segna al Nantes nella gara d’esordio in Europa League è lecito chiedersi se con questi tre sarebbe stata una squadra da scudetto. La risposta è no, primo perché il Napoli non sbaglia mai ed è imprendibile per chiunque, secondo perché il 4-3-3 avrebbe bisogno di meccanismi complessi che Allegri non vuole costruire. I bianconeri si fanno raggiungere dal Nantes perché si illudono dello strapotere del tridente. Superficialità.

 

 

Eppure l’Europa League porterebbe lustro, la Champions e metterebbe in difficoltà l’Uefa in caso di conferma della pena in serie A. La Fiorentina gioca la Conference (e la Coppa Italia) con la mentalità che dovrebbe avere la Juve: visto che in campionato galleggia senza meta, in Europa può redimersi. Così asfalta il Braga. Anche la Lazio affronta il Cluj e la Conference con il giusto approccio, cosa tutt’altro che scontata per una squadra di Sarri. Peccato che la Roma faccia il contrario: pensa di poter arrivare nelle prime quattro in A ma non di poter reggere due competizioni, così si fa dominare dal Salisburgo. Mourinho ha scelto di passare dall’Italia per tornare nella grande Europa.

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