Santoriello, la vera storia del pm anti-Juve: quando nel 2016...
Comunque vada a finire l’inchiesta Prisma, non sarà mai finita. Perché alcuni protagonisti stanno trasformando un’indagine in una commedia all’italiana. Il primo è Ciro Santoriello, uno dei tre pubblici ministeri (Marco Gianoglio e Mario Bendoni gli altri due) dell’inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio dei dirigenti della Juventus e che ha generato la riapertura del processo sportivo sulle plusvalenze. Durante una conferenza organizzata da alcuni studi legali a tema bilanci quattro anni fa (14 giugno 2019 nella Sala Sforza dello Spazio Chiossetto a Milano), consapevole di essere ripreso da qualche telecamera, si pronunciava così: «Io non è che segua il calcio... no vabbè lo ammetto, seguo e sono tifosissimo del Napoli... e odio la Juventus». Il pubblico rideva e il pm sorrideva, prima di aggiungere tutto divertito: «Quale delle due cose è più importante? Beh, come tifoso sono del Napoli, come pubblico ministero sono anti-juventino e contro i ladrocini». Perché questi giudici sono maestri nell’infilarsi in situazioni inopportune? Si sentono impunibili perché l’Italia dimostra loro che è così: nel 2022 i risarcimenti pagati dallo Stato alle vittime di casi di mala giustizia superano i 37 milioni ma nessuna sanzione disciplinare è andata a carico dei magistrati. Santoriello ci è peraltro cascato dopo essersi distinto per professionalità.
LOTTA ALLA MAFIA
Nel 2016, infatti, archiviò una denuncia per falso in bilancio a carico della Juve: veniva segnalata la mancata iscrizione nel “fondo oneri e rischi” di una somma per far fronte, in futuro, ad eventuali risarcimenti danni conseguenti ad azioni civili in relazione al caso Calciopoli. Nato a Latina ma autentico napoletano, Santoriello è in prestito all’inchiesta per via della sua riconosciuta preparazione sui reati economici. È un jolly. Il procuratore capo della distretto antimafia di Torino, Anna Maria Loreto, gli ha infatti affidato la lotta al crimine organizzato, a conferma della stima che nutre nell’ambiente giuridico. Lo ha ricordato anche Luigi Chiappero, noto penalista: «Santoriello? Un magistrato colto che non ha mai confuso il calcio con il diritto. Fu proprio lui ad archiviare le accuse sui conti della società bianconera». E chi è Chiappero? L’avvocato che nell’inchiesta Prisma difende due ex dirigenti juventini (Marco Re e Stefano Bertola).
La mano di alcuni imputati è tesa, quella della Juve chissà, ma il club avrà eventualmente la possibilità di controbattere essendo coinvolto nel dibattimento. Non ha osato esprimersi il ministro dello Sport, Andrea Abodi, che si è limitato ad un cinguettìo: «Ho visto, ascoltato e segnalato, nel rispetto dei ruoli, per le opportune verifiche e valutazioni. Per ora penso sia corretto che mi fermi qui». E infatti ad un tweet si è fermato. È comunque doveroso sottolineare che Santoriello è parte dell’accusa, non della giuria presieduta invece da Marco Picco e attesa, il prossimo 27 marzo, all’udienza preliminare. Che un pm ce l’abbia con il soggetto contro cui punta il dito può sì generare un conflitto di interessi, ma non nei modi a cui si appellano i tifosi via social. In più, tirare in ballo Santoriello per la giustizia sportiva è sbagliato perché quest'ultima ha spiegato che la Juve viene punita per il sistema e per l'obiettivo delle plusvalenze, non perché le faceva.
Di scivoloni ne hanno fatti anche i colleghi del diritto sportivo e i tifosi bianconeri li hanno scovati nei meandri di internet. Si scopre che uno dei componenti del Collegio di Garanzia del Coni, Vincenzo Cesaro, è tifoso del Napoli e su Facebook, in data 20 aprile 2021, ha definito Andrea Agnelli un «bambino viziato che con la Superlega ha scritto un'altra pagina squallida della storia degli Agnelli nel nostro Paese» e Cristiano Ronaldo un «bimbo minchia». Idem per Pier Giorgio Maffezzoli che ha pubblicato un post da fanatico contro la Juve. I due signori fanno parte del collegio ma non saranno nel gruppo che confermerà o cancellerà il -15: essendo a “sezioni unite”, sarà composto dai presidenti o da delegati nominati. Di certo non coloro che si stanno facendo notare per poca professionalità in questi giorni.