Gianluca Vialli e la cocaina? Padovano-choc: "Ci hanno provato..."
"Gianluca Vialli, mio compagno nella Juventus. Un uomo eccezionale. Dal mio arresto ogni settimana chiamava mia moglie per sapere come stavo. Un vero amico. Così come Gianluca Presicci, che giocava con me nel Cosenza e mi è sempre stato vicino”. Ricorda così il vecchio giocatore della Sampdoria in un’intervista a La Repubblica Michele Padovano, ex attaccante della Juventus che ha vissuto sulla pelle le storture fisiologiche di una giustizia dai tempi disumani. Vialli, ricorda, "era meraviglioso e mi ripeteva 'Michi, non mollare un caz***o!'. Il mio leader. Venne a testimoniare, provarono a tirare dentro pure lui. Padovano, Vialli e la cocaina: ma quando?",
"Ci sto pensando". Vialli, Conte distrutto dal dolore: voci sulla scelta drastica
Dal 10 maggio 2006, quando Padovano venne arrestato con l’accusa di traffico di hashish, la serenità è evaporata. Soltanto la sentenza di assoluzione dell’altro giorno, il 31 gennaio, ha messo fine al suo infinito giro sulle montagne russe dell’emozione: da una condanna a 24 anni in primo grado ridotta a poco più di otto in appello con il rischio concreto di tornare in carcere, il ricorso in Cassazione che porta all’annullamento della sentenza e quindi la vittoria in appello di fine mese.
"Iniezioni e morti sospette": dopo la morte di Vialli, bomba di Sabatini
Padovano: “La prima notte da innocente non ho dormito"
“Se ho perso tutto? Sì. Ho dovuto vendere quello che avevo, 17 anni sono lunghi — dice ancora Padovese nell’intervista con Repubblica — Mi sono reinventato, prima ho preso un bar, poi un parco giochi per bambini ma il Covid ci ha fregato. Quando mi arrestarono avevo 38 anni, ero un dirigente del calcio. Ora vorrei che attraverso il lavoro mi venisse restituito un po’ di quello che ho perduto. Sono un uomo di campo e vorrei ricominciare da lì, va bene anche come magazziniere”. E ancora: “Se ho dormito la prima notte da innocente? Non molto. Continuavo a svegliarmi. E credo che sarà così ancora per un po’. Devo dire che a 24 ore di distanza sono ancora come stordito, è una sensazione strana”.
"Spero di essere fortunato. Ma anche io...". Tardelli, Vialli e il doping: un'altra bomba
Padovano: “L’arresto e il carcere momenti più brutti”
Una domenica speciale, quella dell’ex Juve: “Mia moglie aveva fatto un fioretto dieci anni fa — dice — Per cui domenica saremo a Padova per rendere omaggio a Sant’Antonio e poi andremo in provincia di Ferrara al cimitero dove riposa Bergamini, mio compagno di squadra ai tempi del Cosenza. Il momento più brutto? Ce ne sono stati tanti, in primis l’arresto e il carcere, un trauma. Ma devo dire che non ho vissuto un solo giorno di questi 17 anni in cui sono riuscito a non pensare alla mia vicenda che assumeva contorni ogni volta differenti”.