Lazio e Roma si "divorano" le milanesi? Lo scenario-Champions: cosa accadrà
Negli ultimi due campionati, la distanza tra Milano e Roma è stata di 43 (2021/22) e 40 punti (2020/21). Il bottino di Inter e Milan è rimasto identico nel biennio dei trionfi, 170 in entrambi i casi, mentre quello delle squadre della Capitale è calato di soli 3 punti nella stagione di rodaggio di Sarri e Mourinho rispetto a quella con Inzaghi e Fonseca (da 43 a 40 punti). La distanza era cristallizzata: le milanesi battagliavano tra loro per lo scudetto mentre le romane duellavano per spartirsi l’Europa League e la Conference. Le prime davano ormai per scontato l’ingresso in Champions, le seconde nemmeno si avvicinavano.
Ora, a girone d’andata terminato, sono tutte racchiuse in un punto. Il dislivello è sparito. Sono peggiorate di 13 punti complessivi le milanesi e sono migliorate di 11 punti totali le romane. Lazio e Roma non sono migliori delle dirimpettaie ma, sotto alcuni punti di vista, stanno mostrando la via. Hanno fondato i loro progetti sugli allenatori, prima che sul resto.
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MISTER STRAPAGATI
Sarri e Mourinho, infatti, percepiscono ingaggi superiori alle possibilità dei club: il laziale incassa 3,5 milioni netti all’anno, meno solo di Immobile (4) e più di Milinkovic-Savic (3,2) mentre Mourinho ha firmato per 7 milioni a stagione. Wijnaldum, il giallorosso più pagato, si ferma a 5, il tandem dei recenti sogni Dybala-Abraham a 4,5. Vuol dire che i tecnici a Roma sono i “top-player” riconosciuti e riconoscibili: per questo, oltre che per i palmares, nei momenti di difficoltà nessuno mette in discussione il loro regime.
Il tecnico è uno strappo alla regola dell’equilibrio finanziario. Lotito ha sempre gestito la Lazio con i conti in mano: mai comprare se prima non si vende, mai azzardare il passo più lungo della gamba. Magari non ha assestato acquisti di grido ma riuscire a tenere un Milinkovic-Savic felice in rosa per tutti questi anni, rifiutando offerte a tre cifre, è un colpaccio. La Lazio in estate si è rivoluzionata per diventare più sarrista ma è riuscita a spendere più o meno quanto ha incassato: 39 milioni in uscita, 36 in entrata. Anche i Friedkin hanno impostato una Roma ad impatto zero.
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Nei primi mesi hanno smaltito la zavorra di contratti pesanti accatastati dalla gestione precedente, poi hanno assestato alcuni colpi di valore come Abraham a 40 milioni per iniettare un patrimonio futuribile in rosa. In estate hanno chiesto a Tiago Pinto un mercato a impatto zero in cui è rientrato Dybala in quanto svincolato e ora, vedi Zaniolo, impongono che i calciatori non si svendano ma si vendano al giusto prezzo. Le società romane si mostrano solide mentre il gioco delle squadre è diventato riconoscibile. La Lazio tambureggia come vuole Sarri (6 gol fatti e zero subiti tra Sassuolo e Milan), la Roma difende (ha concesso solo 12 gol potenziali, meno di tutti, incassandone appena 16) e contrattacca “alla Mourinho”. Proprio perché sono opposte, i tifosi apprezzano queste due idee di calcio. Le usano per distinguersi, anche ora che vanno a braccetto in classifica, mettendo pressione alle milanesi che invece sono unite dai problemi.