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Juve, "riaperto il caso"? Cosa rischiano i bianconeri: scenari estremi

Giampiero De Chiara
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Non sarà decisamente un Natale sereno perla Juventus. Le notizie extra-campo arrivano ancora come una vera mazzata per la società che ha da poco azzerato il proprio consiglio di amministrazione, dopo le ultime vicende giudiziarie. È di ieri sera la notizia che la Procura della Federcalcio ha «notificato alle parti interessate (nove società di calcio e 52 dirigenti sportivi, ndr) la richiesta di revocazione per la sentenza definitiva della giustizia sportiva sull'inchiesta plusvalenze».

La riapertura dell'indagine, da parte della giustizia sportiva che nella scorsa primavera aveva assolto i bianconeri e altre società, «è stata chiesta sulla base dell'articolo 63 del codice di giustizia sportiva». Evidentemente la procura, guidata da Giuseppe Chinè, tramite la lettura di nuovi documenti forniti dalla procura di Torino (che a livello penale continua ad indagare) ha deciso di riaprire il caso e di sconfessare, in pratica, l'assoluzione di qualche mese fa. Il ricorso è stata inviato ai club coinvolti nelle trattative di mercato con i bianconeri: Pescara, Empoli, Pisa, Parma, Genoa, Pro Vercelli, Sampdoria, Novara. Da queste ulteriori indagini è invece escluso il Napoli, coinvolto nella prima fase dell'inchiesta.

OPERAZIONE PRISMA
Tutto era nato sul finire del 2021 con la cosiddetta "Operazione Prisma" per delle segnalazioni della Consob (l'autorità amministrativa italiana che ha il compito di vigilare sulle operazioni delle società quotate in borsa) e del Covisoc (la Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche) su determinati affari di mercato in cui, secondo l'accusa, alcune società avevano gonfiato le plusvalenze. Ma cosa è una plusvalenza? È la differenza tra il prezzo di vendita di un giocatore e il suo residuo costo a bilancio. 

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Le richieste di condanna erano state pesanti: inibizioni dai 6 ai 16 mesi per i dirigenti coinvolti (tra questi 16 mesi e 10 giorni per l'ex dirigente Juve Fabio Paratici, 12 mesi per Andrea Agnelli e per l'ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero e 11 mesi e 5 giorni per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis). Secondo i magistrati la Juventus avrebbe sovrastimato le plusvalenze per un totale di 155 milioni tra il 2018-19 e il 2020-21. La giustizia sportiva li ha assolti poi tutti. Adesso la Corte avrà un mese per convocare l'udienza in cui la Procura chiederà nuove sanzioni.

OPERAZIONI DI MERCATO
Con la decisione di ieri quello che emerge è la centralità dei bianconeri nell'inchiesta. Le altre otto squadre coinvolte, lo sono soltanto perché hanno chiuso operazioni di mercato con la Juventus. E anche l'esclusione del Napoli, per non aver fatto affari con il club della famiglia Agnelli, è un dato oggettivo che non aiuta i bianconeri. Un dato di fatto che mette ancora più sotto pressione la società di Torino che, secondo l'accusa, sembra essere al centro di un giro di affari poco leciti con un ruolo preoccupante di protagonista. 

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