Lele Adani-choc: "Sono andato a piangere sulla sua tomba"
Un'intervista da leggere tutta di un fiato, quella concessa da Lele Adani al Corriere della Sera. Una lunga confessione raccolta da Aldo Cazzullo: a parlare la voce più discussa, amata e divisiva del mondiale in Qatar, il commentatore Rai che dell'Argentina e del calcio sudamericano ha fatto una malattia. Ma non toccherà a lui la finale di oggi tra Argentina e Francia: "Non era previsto che la commentassi, quando ti mandano in panchina non si chiede perché al mister", ricorda l'ex calciatore.
Dunque, quando gli chiedono conto delle sue critiche e delle sue telecronache, Adani spiega: "Io non cerco il consenso. Quando ti guardano dieci milioni di persone devi trasmettere qualcosa". Poi ammette: "Prego per Leo Messi. Da due anni non c'è giorno che io non pensi a Maradona". Quindi spiega come nasce la passione per i sudamericani: "Scoprii il River Plate grazie ad Almeyda. Di notte non dormivo: guardavo i campionati sudamericani".
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Ma non è solo l'Argentina, la passione di Lele Adani: sopra a tutto infatti c'è l'Uruguay. E il diretto interessato conferma: "È una delle due grandi passioni della mia vita". "Non voglio spare l'altra", chiosa Cazzullo. Ma il commentatore ci tiene a renderla nota: "Invece gliela dico: Mohammed Alì. Sono andato a piangere sulla sua tomba", conclude Lele Adani, rivelando un qualcosa di inedito, inaspettato e toccante.
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