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Francia, Hernandez e Giroud? Per Deschamps una doppia botta di...

Daniele Dell'Orco
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Il successo della Francia in finale mondiale dopo il trionfo a Russia 2018 è non tutto ma in buona parte racchiuso in una sliding door. Anzi due. Portano i nomi di due giocatori del Milan: Theo Hernandez e Olivier Giroud. Mattatori della semifinale contro il Marocco ma più in generale di tutto il mondiale transalpino (insieme ovviamente al fenomeno Mbappé), in Qatar sarebbero dovuti essere relegati al ruolo di comprimari di lusso. E invece, grazie (o a causa) degli infortuni di Karim Benzema e di Lucas Hernandez, il fratello di Theo, sono titolari inamovibili della squadra di Deschamps. Con risultati eccellenti. Theo ieri ha segnato il più rapido gol in una semifinale di Coppa del Mondo dal 1958, quando Vavá segnò dopo due minuti con il Brasile contro la stessa Francia. Lui per bucare la granitica difesa del Marocco ha impiegato quattro minuti e mezzo. Non solo, Theo è il terzo difensore che ha sia segnato che servito assist in una singola edizione di un Mondiale con la Francia, dopo Marius Trésor nel 1982 e Bixente Lizarazu nel 1998. Certo, dell'infortunio shock rimediato dal fratello dopo pochi minuti dall'inizio dell'esordio mondiale contro l'Australia non potrà essere felice. Ma in questo strano dualismo domestico, con un po' di cinismo, bisogna ammettere che la Francia ci abbia guadagnato.

SEMPITERNO
Il sempiterno Giroud, invece, a 36 anni è a un passo dal tagliare il traguardo delle 300 reti in carriera. Attualmente l'attaccante rossonero è a quota 299 gol così suddivisi: 246 gol nei club e 53 gol in nazionale in 728 partite giocate. Ieri a fermarlo ci ha pensato solo il palo colpito con una giocata delle sue. Ma domenica in finale contro l'Argentina avrà un'altra chance. Che ha dato una bella mano a costruire. Fino a un mese fa sembrava ormai uno che poteva aspirare ad apparire giusto in un piccolo "cameo". Perché il ruolo di protagonista indiscusso apparteneva a Karim Benzema, il pallone d'oro, goleador di nuovo decisivo grazie al liberatorio addio di Cristiano Ronaldo al Real Madrid, l'uomo capace di segnare 15 reti nei 12 incontri giocati nell'ultima Champions, e tornato in Nazionale dopo sei anni d'assenza. Il suo infortunio sembrava una condanna per la Francia, già orfana di Pogba. E invece, Giroud ha segnato 4 reti. Due all'Australia, una alla Polonia e una, fondamentale, all'Inghilterra.

Sopratutto, ha segnato in molti modi diversi. Con il destro. Con il sinistro. Con la testa, per due volte. E pensare che a Russia 2018 divenne noto per essere partito titolare in sei partite su sette ma senza riuscire mai a segnare neanche un gol. Tanto che i media si erano domandati come avesse fatto la Francia a vincere un Mondiale senza un centravanti. Ora, parecchie delle chance dei Bleus di bissare l'impresa russa sono riposte proprio in lui. E in Theo. Per goderseli persino il presidente Emmanuel Macron ha fatto uno strappo alla regola: è volato in Qatar per assistere alla partita contro il Marocco facendo scoppiare una polemica in Francia. Col suo viaggio lampo il titolare dell'Eliseo ha lasciato dietro di sé alcuni dossier caldi come lo scandalo McKinsey, i rischi blackout per il freddo polare, scioperi e malcontento sociale diffuso per il caro energia e carovita in generale. Da Doha raggiungerà direttamente Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo di oggi. Ma per Theo e Giroud questo e altro.

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