Marco Pantani, l'Antimafia riapre tutto: "Altre pista sulla morte"
Su Marco Pantani la verità non è stata detta fino alla fine. In sintesi è questa la conclusione a cui arriva la Commissione Antimafia nella sua relazione sulla morte del campione del ciclismo. Nella relazione di fatto non vengono escluse altre ipotesi sul decesso. Un passaggio questo che sostanzialmente potrebbe riaprire il caso a sorpresa. Ma per capire bene cosa è successo bisogna leggere bene le carte della Commissione Antimafia che hanno parole molto chiare: "Sono possibili altre ipotesi sul decesso dell'ex campione di ciclismo anche considerando un eventuale ruolo della criminalità organizzata e di quegli ambienti ai quali purtroppo egli si rivolgeva a causa della dipendenza di cui era vittima". Inoltre la Commissione ribadisce che "diverse sono le scelte e i comportamenti posti in essere dagli inquirenti che appaiono discutibili".
Poi sulla vicenda che portò all'esclusione del Pirata dal Giro 1999 "diverse e gravi furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni". A questo punto arriva una domanda inquietante, forse quella che tutti si pongono: "Resta aperto l’interrogativo che da anni la famiglia del corridore pone: è davvero certo che Marco Pantani sia deceduto per assunzione volontaria o accidentale di dosi letali di cocaina, connessa all’assunzione anche di psicofarmaci?".
Pantani morto, 18 anni un tassista allo scoperto: "Chi ho portato al residence quella sera"
Infine la Commissione che ha reso nota la relazione spiega anche quali sono gli elementi investigativi da tenere d'occhio: "Gli elementi emersi dall’istruttoria svolta da questa Commissione parlamentare – si sottolinea nella relazione – consentono di affermare che una diversa ricostruzione delle cause della morte dell’atleta non costituisca una mera possibilità astratta che possa essere ipotizzata in letteratura e in articoli di cronaca giornalistica e devono indurre chi indaga a scrutare ogni aspetto della vicenda senza tralasciare l’eventualità che non tutto sia stato doverosamente approfondito, ricercandone, eventualmente le ragioni".
Ascolta "L'importanza di chiamarsi Pippen" su Spreaker.