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Gigio Donnarumma? "Seguiamolo": clamoroso-Juve, cosa emerge dalle carte

Savelli
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«Fabio ha drogato il mercato. Anche Kulusevski o Chiesa, che sono ottimi giocatori, li abbiamo pagati troppo (...)»: così parlò Federico Cherubini, ora direttore sportivo della Juventus, commentando l'operato del suo ex capo Fabio Paratici. Per fortuna solo alcuni affari sono andati in porto: se fossero stati esauditi tutti i desiderata, in che situazione economica si troverebbe la società? E, di conseguenza, in che posizione giudiziaria? Leggendo le trascrizioni delle telefonate tra l'attuale ds Cherubini e l'ormai ex presidente Andrea Agnelli e incrociandole con alcune mail datate 2019 dell'allora ds Paratici, si può intuire il modus operandi della dirigenza bianconera sul mercato e tracciare una Juventus dei sogni. I sogni dei dirigenti, ancor prima che dei tifosi.

Paratici indica «Milik e Donnarumma» come «profili in scadenza da seguire per il 2021». Lo fa in una mail del 20 novembre 2019 indirizzata a Cherubini e Claudio Chiellini, fratello di capitan Giorgio e ai tempi parte dello staff. Sappiamo che il portiere si è svincolato dal Milan per firmare un ricco contratto da oltre 8 milioni all'anno con il Psg e che l'attaccante polacco è arrivato in estate dal Marsiglia, che aveva offerto 12 milioni al Napoli a pochi mesi dalla scadenza. L'unico della lista andato in porto è Kulusevski, che ha spaccato la dirigenza: «Ha fatto cinque mesi in A e l'abbiamo pagato 35 più 9 di bonus: sono 44 milioni!», fa notare Cherubini. In difesa uno dei nomi era Kumbulla, rivelazione del Verona poi finito alla Roma, che l'ha pagato ben 29,5 milioni e ora lo tiene in panchina. Si legge di uno scambio con il Tottenham, club in cui è finito Paratici una volta epurato dalla Juve, tra De Sciglio e Rose. Entrambi erano fuori dai progetti tecnici e per questo erano perfetti per un giro di plusvalenze: la valutazione sarebbe stata di 20 milioni ciascuno, superiore a quella reale.

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Si scopre anche che l'idea della dirigenza per la difesa del futuro non è mai stata De Ligt-Demiral come invece immaginava una parte del tifo bianconero perché il turco, ora all'Atalanta in un rapporto che oggi pare piuttosto oscuro, era stato di fatto ceduto al Milan. Si aspettava l'offerta ma poi quest'ultimo ha virato su Tomori del Chelsea - non a caso visto che il prezzo, circa 30 milioni, e le caratteristiche sono simili. Uno dei designati alle plusvalenze era Emre Can, che in effetti è stato ingaggiato da svincolato per poi essere rivenduto al Borussia Dortmund. Prima, però, «interessava all'Arsenal» ma era stato quasi piazzato al Psg in cambio di Paredes, arrivato in estate: entrambi sarebbero stati valutati 60 milioni. Stessa strategia portata avanti con il Manchester United: McKennie per Van de Beek, ai margini dei Red Devils, per una valutazione reciproca di 50 milioni.

Sono due manovre in stile Pjanic-Arthur per dare respiro al bilancio, a conferma che la logica del mercato bianconero era spesso finanziaria prima che tecnica. In mediana si parlava di Tonali, su cui però era forte la concorrenza delle milanesi. In attacco si è cercato più volte di piazzare Bernardeschi al Chelsea prima che andasse a scadenza. Per il ruolo da centravanti, la dirigenza ragionava in ottica futura per rimpiazzare Higuain e Cristiano Ronaldo: si parlava con il Basilea per Okafor (ora al Salisburgo), con l'Everton per il ritorno di Kean (tornato nel 2021 post-Paratici), con il Psv per Malen (ora al Borussia) e si seguiva un giovane norvegese del Salisburgo, giudicato però troppo caro per finire nell'Under 23: tale Erling Braut Haaland, che ora vale più di 100 milioni. Per davvero.

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