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Juve, John Elkann in guai enormi? Spunta un'intercettazione...

Marco Bardesono
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Non sembra finita qui. Lo scandalo giudiziario e sportivo che ha investito la Juve potrebbe riservare sorprese. Fatto inconsueto, almeno a questo punto dell'iter giudiziario, è la lunga riunione-fiume in procura tra i magistrati che seguono il caso. Poco o nulla è trapelato riguardo l'ordine del giorno. L'incontro è avvenuto con troppo anticipo rispetto a quando l'udienza preliminare sarà fissata, si presume nel mese di aprile. Evidentemente gli inquirenti vogliano approfondire alcuni temi di quelli già evidenziati nelle carte giudiziarie.

Come prima cosa, spiegano fonti vicine alla procura, «si sarebbe organizzato il lavoro per l'invio del materiale probatorio ad altre procure italiane», Genova, Parma, Udine, Empoli e Bergamo, dove i club locali potrebbero essere stati coinvolti, in fase di acquisto, cessione e prestito di calciatori, nel «giochino delle plusvalenze» contestato ai dirigenti della Vecchia Signora. E a proposito dei bergamaschi dell'Atalanta, tra le carte dell'inchiesta è emersa una scrittura privata, firmata da Luca Percassi, ad del club neroazzurro, con la quale si impegna, «a fronte del trasferimento alla Juventus di Kulusevski, ad acquistare a titolo definitivo un giocatore della Juventus, suggerito dalla stessa, per un valore di 3 milioni». Sempre fonti confidenziali sottolineano come il rinvio a giudizio sia stato chiesto anche per la Juventus come società e, a questo punto, si renderebbe necessario chiarire se la responsabilità dei presunti reati commessi possa cadere in capo non solo agli amministratori, ma anche alla proprietà, in questo caso al socio di maggioranza Exor che detiene il 65% e il cui amministratore è John Elkann.

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I magistrati sembra stiano leggendo e rileggendo l'unica intercettazione telefonica nella quale compare la voce di Elkann che parla al telefono con il cugino Andrea Agnelli (46 anni oggi). Il contenuto della conversazione è già noto da giorni, ma oggici si chiede se quella telefonata presenti significati rimasti sottotraccia. La cosa certa è che, già nel 2021, il presidente di Stellantis era a conoscenza delle plusvalenze gonfiate riguardo ad alcuni calciatori.
Ne parlò con il cugino e lo avvertì perché facesse in modo che le cose cambiassero. Finora la linea che è passata è che l'azionista di riferimento abbia agito nella più totale legalità, pur a conoscenza del "misfatto". Vale la pena rileggere la conversazione tra i due cugini avvenuta il 6 settembre 2021. «Il tema - dice Agnelli -, e qua torniamo, voglio dire, alla genesi, all'anamnesi della situazione: noi abbiamo sempre preso dei rischi e il consiglio è sempre stato informato che siano stati presi e si sono sempre trovati dei correttivi strada facendo».

Elkann risponde: «Sì, però come ricordi, tu avevi detto che alla fine c'è stato, da parte della direzione sportiva... si sono allargati. Ci sono tutta un serie di operazioni che loro hanno fatto». E Agnelli precisa: «Esatto, facendo eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze. Questo è un dato di fatto». Poi su Max Allegri, Elkann aggiunge che dovrebbe fare attenzione «a non dire che le politiche che sono state fatte in questi anni erano dissennate, si è speso un sacco di soldi per dei giocatori che non sanno... E poi quelle che erano le prerogative del mercato, erano prerogative dei mercati in quel momento. Adesso bisogna gestire le cose al meglio... tanto alla fine di quello che hanno fatto gli altri prima, chi se ne frega». Agnelli, a quel punto, risponde: «Sì, sì sono d'accordo, sono perfettamente d'accordo». Ovviamente Elkann non risulta indagato, d'altra parte anche se "non poteva non sapere", in realtà poteva fare ben poco.

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