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Juve, l'intercettazione-chiave: "Dopo Marotta, ha avuto mani libere"

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Nel “libro nero” di Fabio Paratici si poggia tanto dell’inchiesta sulle plusvalenze e sui bilanci della Juventus. A dare tale definizione agli appunti dell’ex amministratore delegato bianconero è Federico Cherubini, suo stretto collaboratore nonché erede. Quel “libro nero” è diventato dopo il sequestro un pesante elemento di accusa, dato che racchiude una gestione quantomeno “sfrontata” della Juve. 

 

 

“Con Fabio non si poteva ragionare - sostiene Cherubini in un’intercettazione - Finché c'è stato Marotta gli metteva un freno. Quando è andato via ha avuto carta libera. Io gliel'ho detto più volte: qui stiamo esagerando. Cioè è una modalità lecita ma hai spinto troppo. E lui rispondeva: a noi non importa. O fai 4 o fai 10, nessuno ti può dire nulla”. Insomma, l’addio di Marotta sarebbe stato l’inizio della fine per la Juventus. A ricostruire la situazione è La Stampa: “Perché lui Fabio l'aveva cresciuto e sapeva guidarlo e perché aveva esperienza, competenza specifica e carattere opposto”. 

 

 

“Binomio perfetto per anni, finché Marotta, da sempre attento a coniugare risultati e bilanci, si mostra perplesso davanti all'operazione Ronaldo e viene bollato come pavido e "vecchio", non come savio: finisce con il divorzio e la promozione del delfino, che nemmeno brilla per gratitudine. Lui però è uomo di campo, non di finanza - chiosa La Stampa - e mal sopporta le scartoffie preferendo battere i campi: difatti colleziona errori, non guarda al futuro, non accetta i consigli”. 

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