Qatar 2022? Il prossimo Mondiale sarà anche peggio: ecco perché
A questo giro si è discusso dell'assegnazione al Qatar, al prossimo si dibatterà della formula. Si tornerà alla "normalità" con la candidatura di USA, Canada e Messico unite ma verrà archiviata la vecchia (e buona) formula a 32 squadre sull'altare di 48 partecipanti. Perché le 64 partite attuali non bastano, ne servono di più per cibare tutte le emittenti che, a loro volta, foraggiano il carrozzone. L'equazione è semplice ma la Fifa - come del resto la Uefa nel prossimo allargamento delle sue competizioni - se ne frega: più partite uguale più soldi. Vero, ma anche meno qualità.
Si potrebbe pensare che l'allargamento sia un favore alle grandi europee, come l'Italia che nelle ultime due edizioni non è stata in grado di qualificarsi. Che in questo modo la Fifa aumenta la quantità di gare, ma si assicura anche che nel Mondiale ci siano tutte le nazionali più forti, quindi quelle che hanno più tifosi al seguito (e aumentano così il prezzo del prodotto). Invece no: delle 16 squadre in più solo tre saranno europee (da 13 a 16). Le altre 13 sono a disposizione del resto del mondo per una Coppa più rappresentativa dell'intera umanità, almeno nelle intenzioni. L'apertura del torneo ai più resta infatti un dito dietro al quale è nascosta la luna: l'obiettivo finale è sempre il vile denaro.
Il risultato pratico è che in tv andranno in onda sempre più Qatar che sfidano gli Ecuador sperando di spuntarla e invece perdono 2-0 con un'avversaria che passa un tempo a riposare. O sempre nmwoxl.0 CLIP più Inghilterra-Iran 6-2: partite sbilanciate con uno scompenso tecnico che i soldi non potranno mai colmare. Agli inglesi, tra i due archi del Khalifa International Stadium, basta la decina di minuti di stop per l'infortunio al portiere iraniano Beiranvand (rottura del setto nasale, verrà sostituito) per sciogliere la tensione, organizzarsi e trasformare il divario tecnico in una goleada. Il contestato Southgate compie scelte corrette: punta sul criticatissimo Maguire che mette lo zampino nei primi due gol e sul "bollito" (così si dice oltremanica) Sterling che, seppur trotterellando, rifinisce con qualità, e costruisce il nuovo 4-3-3 attorno al 19enne Bellingham e al 21enne Saka. I due giovani fenomeni ripagano con gli interessi: sblocca il centrocampista del Borussia Dortmund, arrotonda con una doppietta l'ala dell'Arsenal, tra una giocata d'alto rango e l'altra.
C'È SOLO TAREMI
Il ct inglese conserva le reti di Kane per partite più impegnative, nella consapevolezza che la squadra non è più dipendente dal suo centravanti, e trova soddisfazione anche negli esclusi illustri di Manchester, Rashford e Grealish, che entrano e trasformano il tabellino in un set tennistico. Ai due "game" dell'Iran ci pensa Taremi (attaccante del Porto che sfiderà l'Inter in Champions) a metà secondo tempo e al 103'. Già, al 103esimo perché dopo i giustificati 14' di recupero del primo tempo, l'arbitro Claus ne concede 10 piuttosto inspiegabili per il secondo, prolungando l'agonia dell'Iran e degli spettatori ma consegnando questa dimenticabile partita ad un record: con i suoi 119' di gioco è infatti la più lunga mai disputata ai Mondiali.