Hojlund, Scalvini, Okoli: la nuova Atalanta va a 2000
Vista la conferma dell'allenatore che l'ha resa grande, l'Atalanta aveva il dovere di rinnovarsi in campo. Ci è riuscita sotto la spinta di quattro nuovi protagonisti, tutti nati nel nuovo millennio: Scalvini (classe 2003), Höjlund (2003), Soppy (2002) e Okoli (2001). Con i loro diciotto, diciannove, venti e ventuno anni in perfetta sequenza, i quattro moschettieri della gioventù stanno iniettando nuova linfa ad una Dea che, lo scorso anno, aveva stancamente terminato il campionato all'ottavo posto, certificando la fine del vecchio ciclo.
I due difensori, Scalvini e Okoli, sono primizie del lavoro a Zingonia. Il primo è stato prelevato dal Brescia quando aveva 11 anni, il secondo dal Vicenza quando ne aveva 14, entrambi nel luglio 2015: in quel momento l'Atalanta era lontana dai fastidi questi tempi ma si assicurava la retroguardia del futuro.
Se Scalvini era già stato inserito in prima squadra lo scorso anno, Okoli è stato trattenuto dopo il felice prestito alla Cremonese trascinata in A: servivano nuovi difensori e Gasperini li ha ritenuti utili fin da subito, cancellando il cliché tutto italiano del "bisogno di esperienza". Tant' è che Scalvini, dopo un piccolo rodaggio, è reduce da tre partite di fila da titolare mentre Okoli ha iniziato sei gare su 9 e ha giocato il 73% dei minuti a disposizione.
GIOCANO TITOLARI
Contro il Sassuolo (20.45, diretta Dazn e Sky Sport), arrotonderanno il loro bottino ai fianchi di Demiral, uno a sinistra e l'altro a destra, cercando di spingere la Dea ad un temporaneo primo posto oltre il Napoli. Okoli e Scalvini sono italiani e giocano, per la gioia di Mancini. Dovesse il ct passare definitivamente ad una difesa a tre - cosa consigliata su queste pagine - in ottica Mondiali 2026, ha già pronti interpreti di assoluto valore. Anche le grandi (Inter, Milan, Juve e Roma) si sono accorte del loro rendimento e, con il consueto ritardo, ora bussano alla porta dell'Atalanta, che al momento si gira dall'altra parte: per Okoli non si accettano offerte perché c'è la convinzione che possa aumentare di valore, per Scalvini invece c'è un rinnovo (l'attuale contratto scade a giugno) da concretizzare, per evitare un clamoroso addio a zero.
Gli altri due-duemila sono stati acquistati sul mercato, dove negli ultimi anni la Dea europea aveva preferito attingere per giocatori più maturi. In sostanza ha sfruttato l'annata senza coppe per riattivare il vecchio circolo virtuoso. Per Soppy sono stati versati 9 milioni più 1 di bonus all'Udinese, per Höjlund sono serviti ben 17 milioni perché lo Sturm Graz aveva richieste da tutta Europa. Se il francese è uno specialista a tutta fascia, merce rara, il danese è considerato dal concilio degli osservatori internazionali una creatura simile al norvegese Haaland, naturalmente in potenza. Gasperini ha concesso a Soppy il 52% dei minuti in campo, a Höjlund il 39%: considerando che sono arrivati a fine mercato, non è poco, ed è una percentuale destinata ad aumentare. Fino a quando ci si accorgerà che l'Atalanta non è solo arrivata prima su alcuni talenti purissimi, ma ha anche dato loro modo di diventare grandi.