Serie a, nuove grandi in testa: campionato stravolto
La nona giornata conferma i sospetti: il Napoli è il miglior prodotto calcistico italiano, Atalanta e Udinese non sono affatto intruse al banchetto delle grandi. Queste tre ricordano che il concetto di "grandi" è sempre più relativo, se è vero che il calcio non si fa più con gli ingaggi e i super giocatori ma con le idee e i progetti. La Juventus che ha l'allenatore più pagato della serie A (Allegri, 7 milioni più bonus fino a 9) e il più corposo monte stipendi è infatti ottava e fuori dall'Europa. Ha già dieci punti di ritardo da una società che ha condotto un mercato in sostanziale equilibrio, ridotto gli ingaggi oltre il 15% e inserito giovani rivendibili in futuro, quindi valore potenziale per il club.
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Chi punta al risultato e crea i cosiddetti "team istantanei" fallisce mentre chi riesce a concedersi qualche stagione senza il pensiero del successo, alla fine, vince. Queste nuove realtà di vertice stanno derubricando le vecchie signore come la Juventus a società fuori dal tempo. Il Napoli infatti sta dimostrando anche che il valore di una rosa nel calcio d'oggi non si misura nei titolari ma nell'equilibrio tra questi e le loro riserve. Tre dei quattro gol segnati alla Cremonese, quelli che trasformano il pareggio nella vittoria della vetta solitaria, sono infatti firmati dai subentrati Simeone, Lozano, Olivera.
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Spalletti si dice «fortunato perché chi entra sfrutta le occasioni», ma non è fortuna: le responsabilità che erano di pochi (Koulibaly, Insigne, Mertens) sono ora di tutti. Poi un giorno si dovrà dare a Luciano ciò che è suo, ovvero la capacità di aggiornarsi ed essere sempre al passo con i tempi, se non davanti. Meritano una menzione i tecnici di Udinese e Atalanta. Gasperini è ormai oltre il sesto anno di gestione, per gli standard italiani è fuori statistica. Il segreto? Non sta allungando un ciclo che in effetti si è chiuso (quello della Dea europea, in tutti i sensi) ma ne ha cominciato uno nuovo: il gioco è più pratico ma non per questo inferiore e sono diversi i protagonisti, da Okoli e Scalvini fino a Lookman. Sottil, invece, merita di essere seguito perché la sua Udinese è un esempio di evoluzione tattica del 3-5-2, modulo che nella maggior parte delle squadre in serie A risulta piuttosto ingessato. Quello dei friulani è invece fluido soprattutto grazie ai movimenti a convergere di Pereyra, inedito quinto di centrocampo.
Alcuni allenatori hanno bisogno di tempo per costruire, altri (come Spalletti o, appunto, Sottil) ci mettono poco. Sta a dirigenti e proprietà capire se tra le mani hanno i primi o i secondi. L'Arsenal ad esempio ha protetto Arteta dopo due ottavi posti e un quinto. Ora batte il Liverpool di un Klopp a fine ciclo e si conferma capolista in Premier davanti allo sfavillante Manchester City. Le classifiche cominciano a prendere forma. Tornando in A, la Roma con il Lecce si conferma dopo il successo sull'Inter e scava una prima differenza: in attesa della Lazio sono sei davanti, i nerazzurri a recuperare e poi tutte le altre. Più o meno come da pronostici, a parte l'inversione tra bianconeri.